Mottarone, la commemorazione delle vittime e la richiesta di giustizia nel secondo anniversario della tragedia

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“E’ un furto il vuoto lasciato da una morte ingiusta. Un furto alla storia, alle famiglie, ai progetti di vita. E la domanda più scottante che ci facciamo a due anni dalla tragedia è: è stata fatta giustizia?” Lo ha chiesto il parroco di Stresa don Gianluca Villa, che ha celebrato la Messa a ricordo delle quattordici vittime della funivia nella chiesetta della Madonna della Neve, gremita di familiari delle vittime, delle autorità del territorio e dei soccorritori. Presenti anche, come sempre la procuratrice capo Olimpia Bossi e la sostituta Laura Carrera, che coordinano le indagini.
“La conclusione delle indagini – ha detto don Villa – conferma che vi sono state gravissime responsabilità umane. Non è stato un castigo di Dio, non è stato un destino crudele, non il fato, ma persone con la coscienza intorbidita che con la logica del ‘tanto non capita nulla’ hanno causato la morte di 14 persone”. E ha augurato “che il processo restituisca speranza e fiducia nella giustizia e nelle istituzioni”.
Un pensiero anche per il piccolo Eitan, sopravvissuto alla tragedia: “è un segno di profezia di una vita che ricomincia”. Poi lo straziante elenco dei nomi delle vittime.
E c’erano i nonni di Eitan, i genitori del papà Amit Biran. Hanno atteso la fine della celebrazione per ringraziare le magistrate e la sindaca Marcella Severino.
Tanta la commozione per chi il 23 maggio 2021 era sul posto.
A rappresentare le istituzioni piemontesi l’assessore regionale Matteo Marnati.

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