IL PIEMONTE DA SCOPRIRE

Il Piemonte? Una terra tutta da scoprire. Ve lo mostriamo in questi brevi video che parlano di arte, storia, enogastronomia, natura, eventi, tradizioni, itinerari. Il Piemonte da scoprire è una vetrina del territorio, offre spunti per il tempo libero per tutti i gusti. É in onda su VCO Azzurra TV più volte nell’arco di tutta la giornata.

Vogogna, il borgo medievale e il Castello Visconteo

Antica capitale dell'Ossola Inferiore, oggi è annoverata tra i Borghi più belli d'Italia nonché Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Benvenuti a Vogogna, perla medievale nel Distretto Turistico dei Laghi e nel Parco Nazionale della Val Grande. Passeggiate lungo le vie del centro per un tuffo nel suo illustre passato, all'ombra dell'imponente castello visconteo.

Sulla strada principale, via Roma, un tempo si affacciavano le botteghe che tornano a rivivere una volta all'anno, la vigilia di Natale, grazie ad un suggestivo presepe vivente. Su un lato una serie di edifici abbelliti da balconate secentesche, sull'altro un piccolo porticato, dove stava la casa del gabelliere.

Eccoci al Pretorio, palazzetto gotico edificato nel 1348 e sede fino al 1819 del governo dell'Ossola Inferiore. Tutt'attorno le dimore più signorili.
Salite fino al Castello Visconteo che con la sua torre rotonda domina Vogogna dalla metà del XIV secolo, venne costruito insieme alle possenti mura che andarono a completare la struttura difensiva del capoluogo; visitate i suoi saloni, le prigioni e i cortili. Oggi il castello ospita eventi e anche matrimoni nonché una serie di mostre: dal mondo dei celti con la Testa di Dresio di Vogogna, datata tra il III e il II secolo a.C., un vero e proprio gioiello archeologico ossolano, alla storia del ritorno del lupo.
Vogogna offre la possibilità di piacevoli escursioni come quella che lungo la mulattiera a fianco del Castello raggiunge la caratteristica frazione montana di Genestredo e la Rocca o gli itinerari che, seguendo i numerosi sentieri di collegamento fra la piana dell’Ossola e gli alpeggi d’un tempo, consentono di raggiungere le aree più interne e selvagge del Parco Nazionale della Val Grande.
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Il colosso di San Carlo Borromeo ad Arona

Dall'omonimo colle domina sulla città di Arona e sul Lago Maggiore. E' il Colosso di San Carlo Borromeo. Che da queste parti chiamano affettuosamente "San Carlone".

Il santo nacque presso la Rocca aronese, oggi splendido parco panoramico con i resti della perduta fortezza.

Il monumento, completato nel 1698, venne realizzato dopo la canonizzazione dell'arcivescovo milanese ed in onore alla sua grandezza: per circa due secoli con i suoi 35 mt è stata la statua più alta al mondo. Non tutti sanno che Bartholdi, che progettò la Statua della Libertà, soggiornò ad Arona per studiare la struttura del colosso. Ai piedi della statua di New York una targa ricorda che è stata costruita su modello di quella aronese, alla quale tolse il record mondiale.

E' possibile salire all'interno del colosso. Il Sancarlone è cavo ed è sorretto da un’anima in pietra, mattoni e ferro; all'esterno, lastre di rame battute a martello sulla struttura di supporto e riunite per mezzo di chiodi e tiranti. Il braccio benedicente conta su una complessa anima metallica, concepita per resistere ai forti venti della zona.

L’opera fu realizzata su progetto di Giovan Battista Crespi detto “il Cerano”.

Tra le pieghe dell’abito del santo si apre una porta attraverso cui il visitatore può salire fino al capo, per mezzo di una scala a chiocciola e ripide scale verticali.

Una volta giunti in cima osservate il panorama circostante attraverso i fori circolari corrispondenti agli occhi, alle narici ed alle orecchie del Sancarlone, oppure attraverso le aperture sulla schiena.


Sul colle anche il prologo di un Sacro Monte dedicato a San Carlo ma mai completato e la chiesa realizzata a partire dal 1614 che custodisce alcune reliquie del santo.
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Non avrà titolo - Mimmo Paladino a Cannobio

Sorveglia il lago Maggiore e l'abitato il monumentale cavallo di Mimmo Paladino a Cannobio. Una scultura dove il cavaliere è assente, ma dove l'uomo resta protagonista . E' l'opera en plein air della mostra del maestro di Paduli, fino all'8 ottobre a Palazzo Parasi.
' Una selezione di opere degli ultimi quindici anni della produzione dell'artista che sintetizza al meglio le peculiarità della sua ricerca, il suo impegno intorno alle radici delle forme arcaiche e primarie che appartengono alla storia del Mediterraneo ' ( Lorenzo Madaro - curatore della mostra).

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Il Museo del Paesaggio di Verbania e due allegorie del Veronese

“Due Veronese sul lago Maggiore. Storia di una collezione”. Al Museo del Paesaggio di Verbania, sede di Palazzo Viani Dugnani , fino al 25 febbraio, l’Allegoria della scultura e l’Allegoria con la sfera armillare, capolavori cinquecenteschi di Paolo Veronese, rientrati dopo il restauro. L’attuale allestimento dei due capolavori prevede un sistema di luci dinamico e subliminale che dà vita ad un processo visivo interattivo.
Il Museo del Paesaggio vanta anche una ricca collezione permanente. A partire dalla Gipsoteca Troubetzkoy alla sezione dedicata ad Arturo Martini, alle sale dedicate alla pittura con opere di Arnaldo Ferraguti e di Mario Tozzi.

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Le isole Borromee : l'Isola Madre e l'Isola Bella

Da secoli incantano artisti e scrittori, oggi continuano a richiamare sul lago Maggiore visitatori da tutto il mondo. Sono le Isole Borromee.
Nel Palazzo sull'isola Bella, il barocco nella sua massima espressione, con la Galleria Berthier e i suoi 130 quadri, la sala del trono, il salone degli arazzi, le particolarissime grotte. Mozzafiato il giardino all'italiana con il teatro Massimo sul quale svetta l'unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo, e con dieci lussureggianti terrazze.
Sull'Isola Madre domina il parco botanico all'inglese con diverse piante esotiche a partire dall'imponente cipresso del Cashmir. Nel Palazzo tra le curiosità il teatro delle marionette : la collezione esposta è tra le più ampie al mondo.

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A Domodossola a Palazzo San Francesco "Il gran teatro della luce. Tra Tiziano e Renoir"

In un vero e proprio teatro la Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano, "scatole teatrali" ospitano Natura Morta di Giorgio De Chirico e Panni al sole di Pellizza da Volpedo. In una nicchia in pietra Le lavandaie a Cagnes di Renoir.

"Il gran teatro della luce. Tra Tiziano e Renoir" è la grande mostra ospitata a Palazzo San Francesco a Domodossola curata da Federico Troletti e Antonio D'Amico, un percorso in quattro atti in un susseguirsi di quinte sceniche: dalla luce diegetica a quella rappresentata dalla fede, dalla luce dei luoghi a quella narrante. Fino alla realizzazione delle centrali idroelettriche.

"Il gran teatro della luce. Tra Tiziano e Renoir" è sarà visitabile a Palazzo San Francesco fino al 7 gennaio 2024, è realizzata dal Comune di Domodossola con Fondazione Paola Angela Ruminelli e Museo Bagatti Valsecchi di Milano.
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Il sacro monte Calvario di Domodossola

Nel cuore delle Alpi, il Sacro Monte Calvario di Domodossola, sul colle di Mattarella, è raggiungibile in auto o a piedi dal centro cittadino percorrendo una comoda mulattiera, una salita ben illuminate e fruibile anche la sera, accompagnata dalle prime sette cappelle della via crucis.
Dal 2003, con gli altri Sacri Monti piemontesi e lombardi, è Patrimonio dell'Umanità Unesco.
La sua edificazione parte nel 1657 per volontà di due frati cappuccini che volevano rappresentare, con immagini e statue a grandezza naturale, la passione e morte di Gesù: una sorta di "Bibbia pauperum", un modo per avvicinare i fedeli. Per il complesso una ripresa dei lavori e una rinascita nei primi decenni dell'Ottocento con l'arrivo di Antonio Rosmini che qui ha fondato il suo Istituto della Carità.
Hanno lavorato al Sacro Monte domese l'importante plasticatore Dionigi Bussola, protostatuario del Duomo di Milano, e i suoi allievi; all'interno del santuario, sulla sommità del colle, le due cappelle della crocifissione e della deposizione dalla croce e tutta la maestria del Bussola: colpisce la capacità immersiva, estetica e tecnica dello stesso nel plasmare la materia, così una sinfonia di emozioni avvolge lo spettatore.
Dopo la visita al sepolcro, particolarità di questo Sacro Monte è la presenza della cappella numero 15, quella della Resurrezione o del Paradiso. Solitamente la via Crucis ne conta 14.
Salite ancora qualche gradino: vi accoglierà il parco del Colle di Mattarella con i resti dell'antico castello medievale e con una bellissima vista su Domodossola, sulla piana ossolana, sulle montagne circostanti.
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I soldati della Madonna: la Milizia Tradizionale di Bannio

I soldati della Madonna. Sono la Milizia Tradizionale di Bannio, una storia lunga 400 anni. Questi soldati non sparano per fare la guerra ma sparano a salve per onorare la Vergine e un voto a lei dedicato. Tutto ebbe inizio il 5 agosto 1522. Negli anni successivi venne costruito anche un santuario, dedicato alla Madonna della Neve, nel piccolo paese della Valle Anzasca.

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Il Museo del Paesaggio di Verbania

Il suo massiccio portone si spalanca su via Ruga, il cuore della frazione di Pallanza. Trova spazio nello storico Palazzo Viani Dugnani il Museo del Paesaggio di Verbania. Ospita la gipsoteca Troubetzkoy e la collezione di scultura, la pinacoteca e mostre temporanee. ...