Undici lavoratori in nero scoperti dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro

Condividi articolo:

Sette persone denunciate e sanzioni per 50 mila euro. Questo l’esito dei controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro, supportati dai militari del Comando Provinciale di Verbania. I militari sono stati in 11 imprese, per 86 lavoratori complessivi. Tra questi, 11 svolgevano la propria mansione completamente “in nero”, mentre 46 posizioni lavorative sono risultate irregolari. A Verbania è stato controllato un ristorante etnico, dove tutti i dipendenti stavano lavorando sprovvisti della prescritta visita medica. La titolare, una 49enne residente in città, è stata denunciata. Sempre nel capoluogo, un bar del lungo lago è stato chiuso poiché all’interno un dipendente su due lavorava completamente “in nero”, mentre il titolare di un negozio ortofrutticolo è stato sanzionato perché tra i quattro dipendenti presenti, uno stava svolgendo la propria mansione senza alcuna comunicazione preventiva circa la sua assunzione. Controllata e sanzionata anche un’autofficina di Crevoladossola, dove stava lavorando un meccanico che tuttavia non risultava essere formalmente assunto. L’attività ispettiva ha interessato anche aziende operanti nel settore del facchinaggio e della logistica. In particolare, un’azienda legalmente rappresentata da un 43enne residente nel lecchese ma con sedi operative nel V.C.O. – ad Omegna, Gravellona Toce e Verbania – è risultata avere 3 lavoratori in nero su 3. Il titolare, inoltre, si è rifiutato di fornire i prospetti paga dei lavorati. L’uomo è stato denunciato penalmente all’Autorità Giudiziaria. Un altro amministratore di una società di logistica, 73enne residente nel milanese, è stato sanzionato poiché tra i 32 dipendenti, uno risultava lavorare in nero mentre nei confronti di 16 lavoratori era stata comunicata in ritardo la dichiarazione di assunzione. Denunciata infine l’amministratrice di una società che offre servizi di ricerca di “caregiver” e collaboratori domestici. La società basata in provincia di Brescia aveva fornito una lavoratrice a domicilio ad un’anziana dell’Ossola, senza averla formalmente assunta.
Nel complesso sono state comminate sanzioni amministrative e penali, per i casi più gravi, per oltre 50.000 euro.

Articoli correlati