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Vitale sul caso Diario Amico: “ Non si strumentalizzi una bambina”

“Ho sperato questa vicenda si sgonfiasse da sola e che prevalessero buonsenso e misura. Una giovane bavenese ha scritto un racconto con qualità e sensibilità è stato premiato da una commissione. Vederlo trasformato in un caso nazionale lascia amarezza”. A parlare è Emanuele Vitale assessore alla cultura di Baveno. E’ una sorta di lettera aperta quella firmata da Vitale che dice : “ Il racconto usa gli animali come metafora. Tocca temi attuali sui quali le nuove generazioni sono chiamate a confrontarsi. La storia usa simbolicamente animali delle nostre valli e critica allevamenti intensivi. Questo racconto poteva essere un’occasione per momenti di confronto nelle scuole sui temi ambientali. Nutro rispetto per chi lavora nella nostra agricoltura e nei nostri allevamenti”. Vitale punta l’indice contro il mondo politico che a suo dire hanno trasformato il racconto di una dodicenne in un caso politico.
“Chiorino, Riboldi e Bongioanni – sollecita Vitale – diano risposte alla comunità in tema di viabilità e trasporti. Il Vco è penalizzato dall’isolamento dovuto ai cantieri e interruzioni che colpiscono residenti, turismo, imprese. Si faccia chiarezza sulla sanità : riapertura candidature appare come un ulteriore rinvio a decidere.
Una bambina ha scritto un racconto, libero e intelligente. Non è propaganda, non è un attacco al mondo produttivo. E’ esercizio di creatività. Alcuni allevatori hanno espresso le loro preoccupazioni : è legittimo ed è democrazia. Chi governa dovrebbe occuparsi dei problemi anziché trasformare una storia per ragazzi in una caccia alle streghe” chiosa il consigliere provinciale di Progetto Vco. Intanto domani si riunisce il tavolo convocato l’ufficio scolastico provinciale per affrontare la questione. A questo appuntamento parteciperà il Comitato salvaguardia allevatori Vco che ha chiesto ci possa essere anche la presenza di alcuni genitori.

Ristrutturazione Castelli e San Biagio. Delibera regionale sospesa per un anno

La Commissione sanità del Consiglio regionale ha approvato con voto unanime la sospensione della delibera approvata dal parlamentino subalpino nel 2023 e che prevedeva la ristrutturazione degli ospedali Castelli e San Biagio. “Il testo – spiega una nota – stabilisce che la sospensione resterà in vigore fino all’esito degli studi comparativi e, comunque, per un periodo massimo di un anno”. Federico Riboldi assessore alla Sanità del Piemonte nel ricordare che la decisione nasce da preciso diktat ministeriale osserva : “La nuova struttura permetterà al Vco di non restare l’unica provincia piemontese priva di un ospedale di nuova generazione”.
Il presidente Luigi Icardi ha chiarito: “ È una sospensione che serve a verificare le condizioni tecniche e territoriali eventualmente oggi mutate. Quando si scelse di rigenerare i due presidi è’ stato perché in quel momento non c’erano le condizioni politiche e amministrative per individuare un sito condiviso per l’ospedale unico. Oggi, con questa delibera diamo sei mesi di tempo all’assessore per verificare la possibilità di riaprire quel percorso. Se l’esito sarà positivo ne saremo tutti soddisfatti, in caso contrario si tornerà automaticamente alla precedente programmazione regionale”.
Come detto il voto è stato unanime e dal Pd Domenico Rossi osserva : “Il nostro gruppo ha votato favorevolmente perché, da sempre, riteniamo che la soluzione dell’ospedale unico e baricentrico sia la migliore per garantire un servizio sanitario di qualità e rispondere in modo efficace ai bisogni di salute dei cittadini del VCO. Restano tuttavia perplessità rispetto alla decisione della Giunta di richiedere ai Sindaci del territorio un’autocandidatura per individuare l’area su cui realizzare la nuova struttura: tutti gli elementi utili per procedere a una scelta sono, infatti, da tempo nelle disponibilità dell’esecutivo regionale.
A proposito. Entro venerdì i comuni che pensano di avere aree a disposizione del progetto devono farsi avanti. Verbania e Ornavasso hanno già presentato la loro candidatura, la prima con uno studio dettagliato sull’area di Fondotoce, il secondo ha inviato agli uffici di via Mazzini a Omegna una lettera sì di candidatura ma che ricorda anche gli atti già inviati negli anni scorsi quando pareva essere il luogo scelto da tutto il Vco per realizzare il nuovo plesso ospedaliero. Domodossola che nei giorni scorsi ha chiesto formalmente indicazioni agli uffici Asl è facile intuire stia preparando il dossier con il quale candida l’area di 200mila metri quadrati prossima allo svincolo di Domo Nord della superstrada. Anche Piedimulera sta ultimando la documentazione e giovedì depositerà tutto presso palazzo Beltrami. Gravellona Toce al momento pare essere in stand by. La new entry Villadossola invece presenterà la sua candidatura l’ultimo giorno utile : venerdì 7 novembre ovvero dopo che la proposta avrà incassato il via libera del consiglio comunale giovedì sera.

Fiorito al BavenoStresa

La società Baveno Stresa SSD Arl comunica di aver affidato la guida tecnica della Prima
Squadra a Giuseppe Fiorito.Mister Fiorito Inizia la sua carriera sulla panchina di Mornago poi dopo due anni approda alla Varesina, allora Venegono. Poi a Somma Lombardo in Promozione, vince e sale in Eccellenza.
Poi Cislago, Vergiate, Pavia, nel 2018 a Legnano, subentrando a mister Giampiero Erbetta
all’11^ giornata. Con 17 punti di svantaggio dalla vetta i lilla arrivano a -3, disputano le finali
nazionali (perdono 2-1) e vengono poi ripescati in serie D. Poi ancora Vergiate e poi oltrepassa
il Ticino e si accasa al Borgomanero, fino alla terzultima giornata del campionato scorso.
“Quando ho allenato a Somma, tra i miei giocatori avevo Filippo Biscuola. Il nostro è un
rapporto di stima che dura da allora. Siamo sempre rimasti in contatto e, nonostante nel corso
degli anni abbiamo parlato spesso, non ci sono mai state le condizioni per lavorare insieme.
Ma non nascondo che, tra le società piemontesi, ho sempre guardato all’allora Stresa e oggi
Baveno Stresa, come una meta da raggiungere. E’ chiaro – non si nasconde certo – non avrei
voluto subentrare ad un allenatore come Sergio Galeazzi che conosco e che stimo. Ecco,
essere qui ora mi dà gioia, ma sapere che sono qui perché lui è stato esonerato, mi dispiace.
Poi, noi allenatori siamo consapevoli che queste situazioni possono accadere. E’ una legge non
scritta, ma sappiamo che ci dobbiamo adeguare, perché noi siamo soli di fronte ai risultati e
siamo i primi a pagare se qualche cosa non va come era stato programmato. In un certo senso,
quando non si raggiungono le aspettative, noi siamo l’anello debole della catena”.
Ma bisogna andare oltre e mister Fiorito manifesta il suo entusiasmo nel poter ripartire in
panchina in una società che, dalle sue parole, ha sempre guardato con rispetto.“Prima della fusione, sia Città di Baveno che Stresa sono state protagoniste importanti del
nostro territorio. Lo Stresa ha raggiunto due volte la serieD, sono società che da sempre hanno
manifestato l’attitudine a lottare per obiettivi importanti, a maggior ragione ora – sottolinea
Fiorito – che hanno deciso di lavorare insieme, mettendo a disposizione l’una dell’altra le
competenze e le attitudini che le hanno rese riconoscibili. E questo è un ulteriore motivo per
cui essere qui mi riempie di orgoglio e non vedo l’ora di iniziare a lavorare sul campo”.
Qual è l’obiettivo di mister Fiorito? “Ragionare partita dopo partita. La situazione di classifica è
complicata e l’obiettivo è uscire da questo stato che, per quello che ho potuto vedere, non
c’entra nulla con il valore della squadra. Una partita alla volta, impariamo a conoscerci e a lavorare insieme. Dobbiamo trovare un equilibrio che ci consenta di riacquisire autostima e
fiducia. Poi saranno il tempo e il lavoro a dirci in quale direzione vorremo e potremo andare”.
Con Giuseppe Fiorito continuerà a lavorare l’allenatore in seconda, Roberto Motta, il
preparatore dei portieri Maurizio D’Angiò e il match analyst Abdelhadi Fizazi.

Don Renato Sacco e il 4 novembre, “Ricordiamo le vittime ma non celebriamo la guerra”

L’appuntamento settimanale con Don Renato Sacco. Riflettori puntati sul 4 novembre, data che ha segnato la fine della Prima Guerra Mondiale, “Un’inutile strage” ha ricordato, riportando le parole di Papa Benedetto XV. “Il 4 novembre ricordiamo le vittime della guerra ma non celebriamo la guerra” ha sottolineato il sacerdote. Don Renato ha ribadito il no alla logica della guerra.

Claudio Chiappucci a Domodossola per presentare il suo ultimo libro

Appuntamento da non perdere per gli appassionati di ciclismo venerdì 21 novembre organizzato da Ossola Cycling Team. A partire dalle ore 18.00 nella Cappella Mellerio di Piazza Rovereto a Domodossola si presenta l’ultimo libro di Claudio Chiappucci (scritto in collaborazione con Federico Vergari e con prefazione di Guido Meda), indimenticato campione varesino del ciclismo che negli anni 90 era apprezzato per la sua grinta e la sua tenacia che spesso lo hanno portato a vincere ma tante volte anche ad essere beffato per la sua generosità, tanto da guadagnarsi il soprannome di ‘El Diablò’. Il Chiappucci del Tour 1990 perso in extremis da Lemond, il Chiappucci della Milano Sanremo del 1991, dei podi al Giro d’Italia battuto da Chioccioli ed Indurain, quando passò per primo in vetta alla Segletta nel 1992, il Chiappucci dei Tour del France 91 e 92 con la maglia a pois e quella leggendaria cavalcata verso il Sestriere superando in solitaria salite come Cormet de Roseland, Iseran, Moncenisio e la salita finale; perla della sua carriera. Proprio dal celebre soprannome nasce il titolo del libro “I luoghi del Diablo” Attraverso le strade degli esordi alle salite che hanno fatto la storia del ciclismo, dalle classiche monumento ai grandi giri Chiappucci dona al lettore la bellezza e l’umanità delle storie tralasciando in un certo senso il classico racconto sportivo.  Modererà la serata il giornalista Stefano Scacchi.

Le celebrazioni del 4 novembre ad Arona con 150 studenti

È stata massiccia la partecipazione di studenti alla cerimonia del 4 novembre, anniversario della Vittoria, che si è tenuta stamani i piazza De Filippi ad Arona. Con il corso musicale erano rappresentati gli allievi della scuola Media di primo grado della Giovanni XXIII, poi c’erano allievi dell’Istituto Marcelline e quelli dell’Enaip. Complessivamente almeno 150 studenti, accompagnati da insegnanti e dirigenti.

Dopo la posa della corona al monumento dei Caduti da parte di alpini in congedo, si è aperta la cerimonia con l’inno nazionale cantato dagli alunni della scuola media. Il vicesindaco Marina Grassani, in rappresentanza anche dei sindaco Alberto Gusmeroli, assente per impegni istituzionali, ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale e ha letto alcuni brani di due lettere che i soldati della Prima Guerra Mondiale hanno inviato alle loro famiglie. Sono emerse parole di attaccamento alla Patria e di speranza. Nino Caputi, segretario dell’Anpi aronese, ha citato alcuni passaggi dei tragici eventi bellici, con riferimento anche alle guerre in atto in questo momento nel mondo. L’Arma dei carabinieri era rappresentata dal capitano della Compagnia di Arona Salvatore Pulito, c’era un drappello di alpini, alcuni volontari della Croce Rossa, ed esponenti di associazioni combattentistiche, di volontariato e culturali.

Mottarone, sospesi gli ordini di carcerazione. I tre imputati che hanno patteggiato chiederanno affidamento in prova ai servizi sociali

E’ stato notificato ieri l’ordine di esecuzione della carcerazione con contestuale decreto di sospensione a Gabriele Tadini, Enrico Perocchio e Luigi Nerini, i tre imputati che al termine dell’udienza preliminare per la tragedia della funivia del Mottarone, costata la vita a 14 persone hanno ottenuto il patteggiamento della pena. Lo scorso 18 settembre il giudice Gianni Macchioni aveva deciso l’applicazione ai tre imputati di pene di quattro anni e 5 mesi per Tadini, il capotecnico che ha confessato di avere materialmente inserito i forchettoni nel sistema frenante; di tre anni e 10 mesi per Nerini, titolare della società concessionaria; e di tre anni e 11 mesi per Perocchio, direttore tecnico della funivia.
Per tutti e tre, dalla pena va sottratto il cosiddetto “presofferto”, cioè il periodo già scontato in sede di misure cautelari preventive: per Nerini e Perocchio i cinque giorni trascorsi in carcere dall’arresto alla scarcerazione, per Tadini anche i 6 mesi passati agli arresti domiciliari. 
Le difese di due dei tre hanno già confermato che chiederanno l’affidamento in prova ai servizi sociali. “Ce lo aspettavamo – dichiara l’avvocato Marcello Perillo, difensore di Tadini – e chiederemo le misure alternative perché Tadini ha i requisiti per averle. Tadini fa già volontariato: stiamo recuperando la documentazione per presentare l’istanza entro 30 giorni al Tribunale di Verbania, che poi passerà tutto al tribunale di sorveglianza di Torino, che fisserà l’udienza per decidere”. Anche l’avvocato Andrea Da Prato, legale di Perocchio, ha confermato l’intenzione di chiedere l’affidamento.

Sul lungolago di Pallanza a Verbania la cerimonia del 4 Novembre

Si è svolta a Verbania sul lungolago di Pallanza la cerimonia provinciale per celebrare la ricorrenza del IV novembre. Prima la Messa in suffragio a tutti i caduti nella chiesa di San Leonardo celebrata dal vicario monsignor Fausto Cossalter e dal parroco don Riccardo Zaninetti, alla quale hanno partecipato tutte le autorità civili e militari del territorio.
La cerimonia è poi proseguita davanti al monumento ai Caduti, con i discorsi delle autorità guidate dal prefetto Matilde Pirrera.
Dopo il ricordo dell’importanza di questa giornata, sono state consegnate le onorificenze. Sono stati insigniti del Cavalierato l’Ispettore Capo della Polizia di Stato in quiescenza Salvatore D’Amico, il luogotenente dell’Arma dei Carabinieri Severino Schettini del Nucleo Investigativo di Verbania. E ancora titolo di Cavaliere anche al maresciallo maggiore dell’Arma dei Carabinieri Simone Martinelli, comandante della Stazione di Premosello Chiovenda.
E’ Cavaliere anche il Maresciallo capo Vincenzo De Taranto, che coordina il Nucleo Operativo, l’Aliquota Radiomobile e la Centrale Operativa del Comando Carabinieri di Domodossola.
E infine il comandante provinciale dell’Arma Colonnello Domenico Baldassarre, anche per lui l’onorificenza di Cavaliere.

Vaccination Day con vaccinazione antinfluenzale e anti Covid 19, 3 le date a Omegna, Domodossola e Verbania

Vaccination Day con vaccinazione antinfluenzale e anti Covid 19. Sono tre le date proposte nel corso del mese di novembre dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl Vco nei tre principali centri del Verbano Cusio Ossola.
90 posti ad accesso libero, senza prenotazione, per i residenti nella nostra azienda sanitaria destinatari della campagna vaccinale.

Venerdì 14 novembre appuntamento presso l’ambulatorio vaccinale del Dipartimento di Prevenzione a Omegna, in via IV Novembre.
Il venerdì successivo, 21 novembre, il vaccination day si sposta a Domodossola, presso l’ambulatorio vaccinale del Distretto Sanitario di via Scapaccino.
Infine il 28 novembre vaccinazioni a Verbania, sempre presso il Distretto Sanitario, in viale Sant’Anna.
Gli orari per le tre giornate: dalle ore 9 alle ore 15.

Per informazioni chiamare:
– per zona Ossola : 0324 491683
– per zona Cusio: 0324 491602
– per zona Verbano: 0323 868075
martedì e giovedì dalle 9 alle 11
mercoledì dalle 14 alle 15.30.

Addio a Bruno Bacchetta

Bruno Bacchetta. Una leggenda rossonera prima nel Milan poi nell’Omegna

Era malato da tempo. E lo sapevamo. Ma adesso che se n’é andato ci ha lasciati col magone nel petto. Lui, Bruno Bacchetta, che ai tempi belli, i tempi del Milan e poi soprattutto del Perugia, e infine dell’Omegna, non aveva paura di nessuno. E senza mai alzare la voce, ma con assoluta personalità, in campo faceva capire agli attaccanti che entravano nella “sua” area di rigore (nell’Omegna faceva il libero, arrivò ancora integro, ma quando capì che non era più il caso, lasciò a metà stagione in serie C) che non era il caso…

I milanisti lo ricordano per quel che fece il 13 febbraio del ’64, gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Campioni contro il Real Madrid, marcando a uomo un certo Puskas (uno che in carriera ha più gol che partite giocate). Essendo nato nell’estate del ’44, quel giorno non aveva ancora vent’anni…Ma il Milan non lo tenne, fece in tempo a vincere una Coppa Italia (‘66/67), quando tornò a Milano dopo una stagione passata al Genoa, quindi si stabilì al Perugia, dove trovò anche moglie. In quegli anni lo incontravamo d’estate, al Tennis Club Omegna. Giocargli contro era quasi impossibile: si metteva a fondo rete e prendeva tutto. Avevo qualche anno in meno, ma non bastava. Vinceva lui, spesso anche senza lasciare un game, ma sempre col sorriso sulle labbra: era di poche parole, ma erano sussurrate sempre con gentilezza. Poi, nel’71, tornò a casa, per la gioia di suo padre che non aveva mai digerito la sua partenza per Milano, ancora giovanissimo. E per 6 anni e mezzo fu rossonero “vero”. Non milanista, bensì omegnese. Giocò quasi 160 partite nell’Omegna tra serie D e serie C e, udite udite, mise a segno ben 28 gol, quasi tutti su punizione. Storica quella che a metà del secondo tempo, a Novara nel “maledetto” spareggio con la Biellese (estate ’76) portò al pareggio, poi rovinato dall’arbitro e dal duo Granai-Bercellino nei supplementari.

Bruno non parlava molto, nemmeno fuori dal campo. Ma qualche intervista l’abbiamo pur fatta, e  avrò pur visto 100 suoi allenamenti e una settantina di partite (in casa tutte…). A quei tempi tra giocatori e gironalisti c’era simbiosi. Si viveva insieme anche in settimana, al Parogno. Facevamo il nostro lavoro, davamo magari anche qualche voto negativo ogni tanto al lunedì, ma c’era rispetto, e confidenza. E con lui ci siamo voluti bene. L’ultima volta che l’ho visto, due o tre anni fa, mi abbracciò e – giuro – gli scappò una lacrima, subito cancellata ritirando velocemente la mano dalla mia spalla. E adesso che te ne sei andato, spero ti sia lieve la terra, caro Bruno. E se incontri Puskas chiedigli scusa: non si tratta così una delle più grandi leggende del calcio mondiale…  Roberto Cominoli