Stangata per i “vecchi” frontalieri : arriva la tassa salute

Per i lavoratori frontalieri a cui è applicato il vecchio sistema fiscale è in arrivo la tassa sulla sanità. Lo prevede la bozza della legge di bilancio. Ad essere colpiti saranno i lavoratori che ( anche dopo l’entrata in vigore del nuovo Accordo fiscale ) continuano a pagare le tasse solo in Svizzera. Il prelievo varierà in funzione del reddito netto percepito : si va da un minimo del 3 ad un massimo del 6%.
Il primo a sottolineare la novità da Washington dove si trova per lavoro, è stato il capogruppo di Italia Viva al Senato : Enrico Borghi. “Questo – ha detto il senatore ossolano – succede nonostante le rassicurazioni arrivate all’atto della ratifica dell’accordo fiscale. Si tratta di una scelta incomprensibile che penalizza un comparto importante”.
Inutile sottolineare come la notizia abbia creato parecchio subbuglio tra i frontalieri. Il sindacato svizzero Ocst tuona :”Questa manovra è stata decisa senza una preventiva discussione con le parti sociali”.
L’aliquota esatta verrà decisa dalle singole Regioni. Potranno quindi esserci delle differenze tra chi vive in Piemonte e chi vive in Lombardia.
“Le nuove risorse dovrebbero – spiegano dal sindacato ticinese – essere utilizzate per migliorare le condizioni del personale medico di frontiera e finanziare gli ospedali di confine, con anche lo scopo di limitare la fuga dei professionisti del settore verso la Svizzera. Su come avverrà il pagamento non si sa ancora nulla. Probabilmente sarà il “vecchio frontaliere” a dover in qualche modo certificare il proprio reddito (anche perché la Svizzera non trasmetterà all’Italia i dati reddituali di questi soggetti).
Antonio Locatelli portavoce dei frontalieri del Vco è chiaro: “Siamo a dir poco allibiti per come il governo infierisce su una categoria di lavoratori che soprattutto nel VCO sono penalizzati anche a livello di viabilità. Creiamo un indotto economico diretto sull’economia del territorio e uno indiretto sui bilanci dei comuni di frontiera con il cospicuo ristorno in termini finanziari delle tasse versate in Svizzera” spiega il vigezzino. Per Locatelli tutto questo può succedere perché “… a livello istituzionale a tutti i livelli non vi è nessuna considerazione per noi frontalieri. Queste sono le conseguenze nonostante i continui solleciti fatti come categoria oltre che dalle organizzazioni sindacali e dalla rappresentanza del “comitato intersindacale italo svizzero ”.
Romina Baccaglio esponente della Cisl Piemonte Orientale e reduce da una due giorni a Riccione dove si sono dati appuntamento i Consigli sindacali interregionali d’Europa . “L’argomento – spiega Romina Baccaglio, esponente della Cisl Piemonte Orientale- è stato al centro dei nostri lavori. Crediamo la sede giusta per far tornare il Governo sui suoi passi sia il tavolo interministeriale già attivo. Sia chiaro sin d’ora che per noi la norma deve essere stralciata. Non dovranno essere i frontalieri a pagare la sanità di tutti i piemontesi”.