Sanità Vco, 31 sindaci chiedono di mantenere due ospedali. Documento consegnato oggi a Cirio

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Trentuno sindaci della provincia del Vco hanno firmato una lettera, indirizzata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e all’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, chiedendo di “sviluppare mediante l’assunzione di appositi ed idonei atti amministrativi” il piano di riorganizzazione sanitaria ospedaliera del Vco che prevede il mantenimento dei due ospedali attualmente esistenti (Castelli a Verbania e San Biagio a Domodossola), entrambi dotati di Dea e con 180 posti letto ciascuno.

“Un ambizioso modello di ospedali complementari ed entrambi dotati dell’alta intensità di cura chirurgica”, si legge nella lettera. “È andata bene, Cirio ci ha detto che entro fine gennaio metteranno a punto un programma da presentare. Sono ottimista”, ha commentato il sindaco di Cannobio, Gianmaria Minazzi, presente questa mattina. All’incontro ha partecipato anche il capogruppo della Lega in Consiglio Regionale, Alberto Preioni, che al termine dell’incontro ha ribadito che la volontà della Giunta è di rifare completamente i due ospedali e che, per questa ragione, nel giro di quaranta giorni si delibererà sul rifacimento delle strutture.

A Cirio sono pervenute altre due lettere: una firmata dai sindaci di Piedimulera, Alessandro Lana, e Villadossola, Bruno Toscani, che chiedono al presidente della Regione investimenti “non solo in edilizia sanitaria ma anche in medicina territoriale” e, soprattutto, di “decidere con fermezza, senza convocare ulteriori assemblee dei sindaci che porterebbero nuovamente a spaccature e decisioni non prese”; l’altra dai sindaci di Formazza, Crodo e Santa Maria Maggiore, che chiedono una decisione sull’argomento oltre a ribadire l’importanza della medicina territoriale. Insieme ai documenti, consegnate anche circa 3500 firme raccolte da Lega Ossola e dal gruppo verbanese di Verbania Futura.

A luglio, la maggioranza dei sindaci del Vco aveva espresso la preferenza per avere un ospedale unico e nuovo. I sindaci favorevoli al mantenimento delle due strutture, ai tempi, erano stati 15: nel frattempo, dunque, 16 primi cittadini hanno cambiato idea.

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