Ha risposto alle domande del procuratore capo Carlo Nocerino e del pm Massimo De Filippo Claudio Carminati, il proprietario della Gooduria, la house boat affondata il 28 maggio del 2023 a Lisanza.
Carminati, indagato per omicidio plurimo colposo e per disastro colposo, ha chiesto di essere interrogato. Nessun commento da parte del suo difensore.
Quello che trapela però dall’ora abbondante di colloquio con i pm di Busto Arsizio, che indagano sulla tragedia, è che Carminati è provato da quella terribile vicenda, nella quale ha perso la moglie, Anya Bozkhova, di origini russe, insieme con Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, entrambi agenti dell’Aise, e Shimoni Erez, agente del Mossad in congedo. “Sarei dovuto morire io quel giorno al posto loro” avrebbe affermato.
Ma ha anche chiarito che la barca era regolarmente assicurata, tanto che è in corso una procedura di risarcimento con Allianz, e ha ricostruito la storia della houseboat.
Carminati avrebbe spiegato di essere stato sopraffatto dal downburst che è arrivato improvvisamente e che all’inizio sembrava una semplice pioggia, con venti che hanno toccato i 120 chilometri orari sul lago, un fatto devastante e non gestibile. Sarebbe stato sorpreso dalla tempesta senza avere il tempo e la lucidità di distribuire i giubbotti salvagente.
Ha anche ribadito di non aver mai saputo che i passeggeri a bordo fossero 007 italiani e israeliani.
Ha ammesso poi di aver fatto le modifiche che gli contestano in totale buona fede, essendosi rivolto a esperti del settore.
Carminati nella tragedia ha perso tutto, oltre alla moglie, anche la barca che era la sua casa e il loro cagnolino da 14 anni con lui. Ora vive ospite di amici in un bungalow.
Naufragio Lisanza, Carminati ai Pm: “Quel giorno sarei dovuto morire io al posto loro”
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