Mottarone, la parola alla Procuratrice Bossi che ha posto le prime domande

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L’analisi della fune spezzata è stata al centro dell’esposizione del perito Antonello De Luca questa mattina al Tecnoparco di Fondotoce nell’ambito dell’incidente probatorio per la funivia del Mottarone.

De Luca ha terminato la sua esposizione illustrando le conclusioni della perizia, parlando di normative, forchettoni e dei controlli previsti dalla legge.

“La rottura dei fili della fune è avvenuta in un tempo tra cinque anni e 21 giorni prima della tragedia” ha detto il perito. Un punto che sarà sicuramente approfondito poi con le domande delle parti.

Nel pomeriggio è iniziato invece il contro esame, con la parola alla procuratrice Olimpia Bossi che ha posto le domande ai periti del collegio informatico, guidato da Paolo Reale, dell’Università Uninettuno di Roma.

Come già emerso dalla perizia, è stato ribadito che la funivia del Mottarone non aveva un sistema di allarme in caso di inserimento dei forchettoni. In particolare uno dei legali delle parti offese, tramite il giudice, ha chiesto se l’inserimento dei forchettoni avesse fatto scattare un allarme e se lo stesso inserimento sia stato o meno registrato dalla scatola nera. La risposta è stata che il “sistema era meccanico” e che non era tracciabile dal cosiddetto registratore di eventi, elemento già messo nero su bianco nella loro relazione.

Il Procuratore della Repubblica Olimpia Bossi e il pm Laura Carrera, titolari dell’inchiesta in cui gli indagati sono 14, si sono riservate di porre domande all’esito del controesame delle difese atteso per il prossimo 18 novembre, data della prossima udienza. Il gip Annalisa Paolmba ha cancellato l’udienza precedente per consentire ai legali degli indagati di esaminare una serie di documenti citati nelle perizie e depositati in questi giorni.

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