Morti sul lavoro in Piemonte, a rischio edilizia e agricoltura. Se ne è parlato a Palazzo Lascaris

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Edilizia e agricoltura sono i settori più a rischio di infortuni, mentre la cultura della prevenzione viene meno soprattutto nelle microimprese. È quanto è emerso oggi nella terza Commissione del Consiglio regionale durante l’audizione degli Spresal delle Aziende sanitarie locali, dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Inail nell’ambito dell’indagine conoscitiva chiesta dall’Ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris. L’obiettivo è elaborare una programmazione delle politiche regionali per migliorare la prevenzione e diffondere la cultura della sicurezza sui posti di lavoro. In Piemonte nel 2022 ci sono stati 50 infortuni mortali, mentre al 31 luglio di quest’anno erano già 42 le persone decedute sul posto di lavoro. Numerosi interventi si sono soffermati sulla novità dei piani mirati di prevenzione, mirati a diffondere le buone pratiche di sicurezza. Come ribadito in più occasioni, uno dei problemi più evidenti da superare rimane quello della carenza di personale causato da pensionamenti e trasferimenti dei medici del lavoro e dei tecnici della prevenzione. In Piemonte esiste una sola scuola di specializzazione per i medici del lavoro. Il territorio biellese è emblematico per la forte impronta data dalle microimprese, che sono il 95% del totale, ed è soprattutto in questi contesti che si fatica a diffondere la cultura della prevenzione. Nel Cuneese sono soprattutto le aziende agricole a essere esposte al forte rischio di incidenti.

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