L’aumento del carburante rende difficile la vita degli autotrasportatori. Allarme delle associazioni

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“Tra pochi mesi l’intero sistema dell’autotrasporto potrebbe collassare completamente”. E’ l’allarme lanciato da Costantino Spataro, responsabile della Fita Cna Piemonte e da Silvano Favi, presidente autotrasporto Fita Cna Piemonte. “I piccoli autotrasportatori – spiegano – non hanno la minima forza contrattuale nei confronti dei grandi player della grande distribuzione (supermercati), quindi l’aumento dei costi verrà scaricato sugli autotrasportatori stessi. Un esempio: se io lavoro per un supermercato, non posso aumentare la fattura alla logistica del supermercato. Questo però non vuol dire che i prodotti venduti al dettaglio non subiranno aumenti in quanto, con il presunto rincaro della voce ‘costo del trasporto’, i consumatori finali troveranno i prezzi maggiorati. Insomma qualcuno gli aumenti li incasserà ma non saranno certo gli autotrasportatori”.

“Ma c’è di più: in realtà il dato dell’aumento del 2% sui pedaggi autostradali – aggiunge Spataro – è un dato medio. La Torino Milano è aumentata di oltre il 4%. Anche questo è un costo di cui si deve fare carico l’imprenditore. Fino a dicembre c’era l’aiuto dello Stato con gli incentivi sul costo del carburante ma adesso non più e le aziende che soffriranno di più sono quelle che hanno veicoli da euro4 in giù perché non avranno sconti sull’accisa. Insostenibile”.

Al coro di proteste si aggiunge anche Confartigianato Piemonte : “Molte imprese del trasporto regionale – spiega Giovanni Rosso, presidente della Confartigianato Piemonte Trasporti – devono percorrere le autostrade A6, A10 e A26 tra rallentamenti e strettoie subendo forti contraccolpi economici. Un sistema logistico traballante, che è sempre lo stesso da molti decenni. A fronte, però, dei rincari che si verificano puntualmente ogni inizio dell’anno, non abbiamo percepito nessun segnale di miglioramento del servizio di manutenzione della rete autostradale.

Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese conclude : “Le 5.511 imprese artigiane del trasporto del Piemonte, insieme agli oltre 10mila addetti, rischiano di essere drasticamente penalizzate da una situazione di perenni rincari che rappresenta l’ennesimo cappio al collo per il comparto”.

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