Gli 007 morti nel naufragio di Lisanza erano in missione ufficiale, i nomi di Alonzi e Barnobi sul muro del Dis

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Sempre più fitto il mistero che circonda la vicenda del naufragio di Lisanza, del 28 maggio 2023, quando un houseboat affondò nel lago Maggiore in seguito a un fortunale. A bordo c’erano 007 dei servizi segreti italiani e agenti del Mossad. Quattro le vittime: gli italiani Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, entrambi dell’Aise, Shimoni Erez, agente del Mossad in congedo e Anna Bozhkova, cinquantenne russa e compagna dello skipper Claudio Carminati, al momento unico indagato per la tragedia. Altre 19 persone si erano salvate, alcuni soccorsi da barche sopraggiunte.
Nelle ore successive all’accaduto era stato fatto trapelare che la giornata, con pranzo all’isola Pescatori e giro sul lago, non era stata altro che una riunione tra persone che in passato avevano lavorato insieme per festeggiare un compleanno.
Ma non è così. Lo ha rivelato il giornale online Open: in occasione della giornata che ricorda i caduti sul lavoro dei servizi segreti italiani, sul muro della Memoria del Dis, il Dipartimento per le informazioni per la sicurezza, accanto ai quattro nomi già presenti, tra i quali quello di Nicola Calipari, sono comparsi anche i nomi di Alonzi e Barnobi. Di entrambi si legge: “perde la vita nelle acque del lago Maggiore il 28 maggio 2023, nel corso dello svolgimento di una delicata attività operativa con Servizi Collegati Esteri”.
Forse proprio perché stavano svolgendo una missione operativa, evidenzia “Open”, “non hanno potuto tenere conto dell’allerta meteo e non si sono riparati in porto quando si è visto l’arrivo della tempesta”.
Il mistero rimane comunque sul motivo della missione, tante le voci circolati in quasi un anno passato da quel tragico evento. Si è parlato di oligarchi russi, traffici di armi, terroristi arabi.
Quello che di certo c’è è che la Procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo sull’accaduto per naufragio colposo e omicidio colposo. Nei giorni scorsi è stata depositata la relazione di Carlo Ceccarelli, uno dei periti che si occuparono del caso della Costa Concordia, che avrebbe delineato diverse irregolarità, dal mancato rispetto delle previsioni meteo, a opere realizzate successivamente che avrebbero compromesso la stabilità della barca e la presenza di più persone a bordo rispetto al numero per le quali sarebbe stata omologata.

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