Immobili, tra cui due ville e terreni in provincia di Novara, 3 auto, di cui una considerata di lusso, quote di società. Sono questi alcuni dei beni sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale della Gdf di Novara coordinati dal pm dell’ufficio di Milano della Procura Europea, Gaetano Ruta, nei confronti di un imprenditore di Vaprio d’Agogna del settore del commercio all’ingrosso di materiali informatici e delle comunicazioni audiovisive. Le Fiamme Gialle nei giorni scorsi, insieme ai Carabinieri, hanno eseguito un provvedimento con cui il gip di Novara ha disposto, oltre a un sequestro per un totale di quasi 42 milioni (al momento sono stati messi i sigilli a beni per circa 5-6 milioni), gli arresti domiciliari per l’uomo, 37 anni, nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta in cui sono contestati i reati di frode fiscale, riciclaggio e autoriciclaggio. In un’altra tranche dell’inchiesta, condotta dall’Arma, il 37enne risponde di truffa aggravata in relazione ai fondi Covid e bancarotta. Riguardo alla indagini della Guardia di Finanza è stata ricostruita una complessa frode carosello realizzata con due società, riconducibili all’imprenditore, ed attuata attraverso una fitta rete di società “cartiere”. Nello specifico gli accertamenti hanno permesso di rilevare l’annotazione in contabilità di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, per le annualità d’imposta 2016/2020. In più sono emersi flussi di denaro, apparentemente giustificati da costi fittizi, dai conti correnti italiani di una delle società indagate a conti correnti riferibili ad un’entità giuridica con sede alle isole Cayman ed anch’essa riconducibile all’imprenditore indagato pure per aver percepito illecitamente fondi destinati alle aziende in sofferenza per via della pandemia mai utilizzati e, invece, ‘girati’ su conti di aziende a lui riferibili, per circa 7 milioni di euro.