E’ a una svolta il contenzioso tra la proprietà delle Fonti Bognanco e la Provincia del Vco. L’attività del prelevamento dell’acqua alla Fonte Gaudenziana può riprendere. Infatti il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma ha accolto il ricorso della proprietà e ha stabilito che l’attività, interrotta il 31 dicembre scorso, possa riprendere. Tutto questo in attesa dell’udienza già fissata per il prossimo 22 maggio, sempre presso il Tribunale romano. A curare gli interessi di Melenos Haralabos, il proprietario delle Fonti Bognanco, è lo studio dell’avvocato Mauro Carlo Bonini di Arona. Spiega il legale:”Il 4 dicembre scorso era stato emanato il diniego della concessione solo della fonte Gaudenziana, quindi a fine anno l’attività è stata sospesa. La proprietà mi ha dato l’incarico di ricorrere e abbiamo ottenuto la sospensiva dal Tribunale romano delle Acque Pubbliche, così che il prelevamento e l’attività di imbottigliamento possa riprendere in questi giorni. Questo sino al 22 maggio, data fissata per l’udienza definitiva”. Il motivo del diniego del rinnovo della concessione non è conosciuto. L’attuale proprietario ha rilevato gli impianti di imbottigliamento e concessioni nel 2003 dalla Idrominerale Bognanco srl con sede a Messina. L’azienda, tra le tre fonti: Ausonia, San Lorenzo-Lindos e Gaudenziana e le Terme, da lavoro complessivamente ad una quindicina di dipendenti, per la valle è una risorsa. Proprio le Terme alimentano le presenze nelle attività ricettive del territorio. Una eventuale chiusura metterebbe in crisi l’intero comprensorio. L’avvocato Bonini aggiunge: “Nell’udienza del 22 maggio a Roma dovrà essere giustificato il motivo perché non si vuole rinnovare la concessione”. In quell’occasione sia il legale che la proprietà sono fiduciosi di ottenere il rinnovo. Le Fonti di Bognanco nel 1928 sono state le prime in Italia ad attivare l’imbottigliamento automatico.