Era domiciliato a Invorio uno degli arrestati nell’operazione antidroga “Money delivery” delle Fiamme Gialle a Milano

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” Il mercato della droga a Milano mi spetta di diritto “. Lo diceva Bartolo Bruzzaniti, 48 anni, domiciliato ad Invorio, nella zona tra le frazioni Mescia e Talonno. L’uomo è stato arrestato stamani dalla Guardia di Finanza di Milano nell’inchiesta milanese antidroga denominata “Money delivery”, con altri 40 personaggi di cui solo due con obbligo di firma, gli altri in carcere. Un affare che fa capo a ‘ndrangheta e camorra. Gli stupefacenti in arrivo dall’Olanda venivano stoccati nei magazzini di Gerenzano in provincia di Varese. Da qui venivano rifornite le altre cosche in Italia e in particolare a Milano tra cui quella guidata da Bruzzaniti. C’è un collegamento tra l’indagine milanese e quella che a Reggio Calabria ha portato a 108 misure cautelari, Bruzzaniti, nome noto della criminalità, è a capo dell’organizzazione in Lombardia, dove acquista i carichi di droga dai broker internazionali della Camorra Raffaele Imperiale e Bruno Carbone. Alla fine degli anni Novanta la dichiarazione dei redditi del boss della droga era di pochi spiccioli, nel 2010 di 579 euro, nel 2016 è salita a 10mila euro. Certamente meglio, ma comunque una vita difficile con 9 anni trascorsi in carcere. Eppure Bartolo Bruzzaniti in realtà risulta proprietario nel Milanese di un piccolo impero immobiliare e non solo che negli anni di attività criminale ha mascherato con intestazioni fittizie a prestanome e parenti. Le magie dei notai non sono bastate perché ieri gli agenti dell’Anticrimine della questura di Milano hanno eseguito un sequestro di beni per 3 milioni di euro. Il suo cognome ha un peso specifico importante negli equilibri della ‘ndrangheta e, in particolare, nell’asse delle cosche Morabito – Palamara – Bruzzaniti. Rapporti saldati con matrimoni e legami di parentele acquisite. Sua madre, infatti, è cognata di Rocco Morabito, a sua volta fratello del superboss ‘ndranghetista Giuseppe Morabito detto “o Tiradrittu”. L’arrestato ad Invorio vive con un parente stretto; ora con altri 38 è nelle carceri del milanese.

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