Domodossola valuta l’introduzione della tassa di soggiorno, se ne è parlato di nuovo in consiglio comunale

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A Domodossola ora i tempi potrebbero essere maturi per l’introduzione della tassa di soggiorno. Il progetto non è nuovo. L’amministrazione guidata da Lucio Pizzi lo aveva ipotizzato già nel suo primo mandato. Era l’inverno 2019 2020 quando si iniziò a parlarne. Nella primavera 2020 con l’avvento della pandemia il blocco del progetto. Era stato l’ex assessore Angelo Tandurella ad annunciare lo stop momentaneo del progetto. A tre anni di distanza è’ stato rispolverato dal consigliere di minoranza Ettore Ventrella. Lo ha fatto a margine della sessione di bilancio nel corso dell’ultima riunione del parlamentino domese.
“Mi pare – ha detto il consigliere Dem – che la città abbia tutte le carte in regola per applicare la tassa di soggiorno. La città sta oggettivamente diventando sempre più bella. I fondi in arrivo dalla tassa potrebbero essere usati per migliorare alcuni servizi . Parlo per esempio della raccolta rifiuti ma non solo”.
Il tema come detto ha trovato terreno fertile fra i banchi della maggioranza. Ed è stato il sindaco in persona a replicare alla richiesta di Ventrella. “Concordiamo anche noi sul fatto che i tempi sono maturi. Si tratta di un progetto che però deve essere discusso con gli operatori del settore. Per loro si tratta di un ovvio aggravio di lavoro. Ne discuteremo prossimamente per valutare come meglio applicarla” ha spiegato Pizzi.

La discussione come detto è nata a margine della votazione sul documento unico di programmazione per gli anni 2023 2024 e 2025 e sull’approvazione del bilancio di previsione per l’anno in corso che nel 2023 pareggia poco sopra i 38 milioni di euro. Il documento contabile prevede quest’anno nuovi fasce dell’indicatore Isee per i servizi mensa scolastica, trasporto scuolabus e nido.

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