Lo si è scoperto solo ora grazie alle intercettazioni. I furti e le tentate rapina nell’abitazione del giornalista Sandro Bottelli a Dagnente di Arona erano guidati da cosche che avevano a capo camorra, ndrangheta e mafia. Però c’era una basista, la donna che collaborava con i familiari per la gestione della casa. Ucraina, aveva scoperto che in casa erano tenuti nascosti 100 mila euro in banconote. Un vero e proprio tesoretto che alle cosche faceva gola. I tentativi di incursione sono stati ben tre. Insegnante di matematica al Liceo, giornalista, appassionato di sport, Bottelli teneva in casa questa ingente somma. La badante ucraina, 55 anni, appreso del tesoretto lo ha riferito ad elementi vicini alle cosche. L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, denominata “Hydra” ha portato all’arresto di custodia cautelare in carcere 11 elementi, 153 complessivamente gli indagati e 225 milioni sequestrati. Tutti gli episodi risalgono tra la fine 2021 e l’inizio del 2022. I malviventi entrano in casa a Dagnente la prima volta il 17 dicembre 2021, trovano la cassaforte, ma con solo 2.000 euro. La basista insite “sono sicura che il denaro c’è”. Il 24 gennaio 2022 tentano la seconda incursione, insistono nel far uscire di casa il giornalista, che però si affaccia alla porta, ma non cade nella trappola. Il 26 gennaio ritentano di nuovo. Quattro malviventi, verso le venti della sera entrano in casa forzando la porta di ingresso, minacciano pesantemente la vittima. I soldi però non si trovano. Se ne vanno delusi e sospettosi di essere stati ingannati dalla colf e dal suo complice. Cosa era successo? Dopo il primo tentativo di furto, dei cugini del Bottelli, che ultimamente dopo la morte dell’anziana madre e del fratello, viveva solo, lo convincono a riportare il denaro in banca. Se ne erano ogni volta occupati i carabinieri della compagnia di Arona. Ma solo una settimana fa è emersa un’intercettazione che ha portato alla verità e ai responsabili. Nel frattempo a giugno 2022, Bottelli è deceduto.