Sono stati tutti assolti, perché “il fatto non sussiste”, gli undici imputati per omicidio colposo a Verbania nel processo Enichem 1. Si tratta di ex direttori di stabilimento, amministratori e membri dei consigli di amministrazione delle quattro società (Rumianca, Anic, EniChimica Secondaria ed EniChem Synthesis) che, tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’90, hanno gestito l’impianto chimico di Pieve Vergonte. La vicenda riguarda la morte di tre ex dipendenti che hanno lavorato nello stabilimento: due di loro si sono ammalati di mesotelioma della pleura, il terzo di tumore polmonare. A maggio il pm Nicola Mezzina, ritenendo che i decessi fossero dovuti alla presenza di amianto nello stabilimento, aveva chiesto per i 12 imputati (uno di loro, nel frattempo, è deceduto) condanne con pene da un anno a un anno e otto mesi. Il giudice Ines Maria Carabetta anche stabilito di non doversi procedere per quanto riguardo il reato, ascritto a tutti e 11 gli imputati, di lesioni personali colpose ai danni di una quarta persona, in quanto estinto per intervenuta prescrizione. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. “Ritengo che la sentenza sia giusta, ma secondo me il processo non sarebbe dovuto nemmeno iniziare. Sono problematiche che andrebbero risolte da un aspetto prettamente civilistico, di risarcimento. Da questo punto di vista le parti erano già state tutte risarcite”. Lo ha detto all’ANSA l’avvocato Giuseppe Lucibello, difensore di quattro degli undici imputati, tra cui Francesco Tiragallo, direttore dello stabilimento di Pieve Vergonte nel periodo di gestione Enichem Synthesis. “Non si può, oggi, per fatti di cinquanta o sessant’anni fa, rivendicare che c’erano delle situazioni che non andavano bene – ha aggiunto -. Ritengo che sia una delle grosse problematiche del passato: si vogliono, con i mezzi di oggi, far rivivere i fatti di ieri, ma non puoi applicare i mezzi di oggi sulle problematiche di ieri. Che qualcuno potesse sapere che l’amianto facesse male usandolo come materia di produzione a livello industriale sì, ma non come coibentazione”.