Ufficiale giudiziario condannato in Appello per falso e truffa, assolto per peculato

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Condanna in Appello per falso e truffa a un anno per Lorenzo Ferrulli, difeso dall’avvocato Carlo Ruga Riva, per tre anni (fino a maggio 2019) coordinatore degli ufficiali giudiziari al tribunale di Verbania.
Assolto invece dall’accusa di peculato.
Le indagini erano state guidate dalla procuratrice Olimpia Bossi e svolte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria coordinati dal luogotenente Massimo Verzotto. Ferrulli era accusato di non aver registrato gli atti con i relativi introiti derivanti da ingiunzioni di pagamento, fiscali, atti di pignoramento, espropri e altri atti tra maggio 2017 e settembre 2018.
Secondo l’accusa, il falso sarebbe stato commesso per potersi intascare quelle somme, truffando in questo modo anche i colleghi dell’ufficio che non si erano così visti corrispondere
la parte di indennità da ripartire sugli importi incassati, relativamente alle somme non riportate sul registro.
Al termine del processo di primo grado, con rito abbreviato, la pm Bossi aveva chiesto la condanna a 4 anni e 4 mesi, mentre il gup Rosa Maria Fornelli lo aveva condannato a 8 mesi per il falso, assolvendolo per la truffa e per il peculato.
In questo caso la Corte d’Appello ha riconosciuto anche la truffa nei confronti dei colleghi, quattro dei quali si sono costituiti parte civile con l’avvocato Giuseppe Russo.
Ferrulli ha sempre sostenuto la sua buona fede. “Non ha mai usato il denaro per fini privati – dice il suo avvocato Ruga Riva -.Questi soldi non registrati venivano versati sul conto dell’ufficio. Ci sono dei prelievi, ma tutti documentati, per acquistare marche da bollo o altre spese per l’ufficio. Non c’è alcuna prova che abbia usato il denaro per scopi personali, come dimostrato anche in Appello. Ritengo che non ci sia nemmeno la truffa, perché non ha indotto in errore nessuno. Attendiamo le motivazioni della sentenza tra 30 giorni e valuteremo il ricorso in Cassazione.”
“Sono state accolte le nostre richieste” commenta l’avvocato delle parti civili Giuseppe Russo. La Corte d’Appello ha disposto che la valutazione del danno avvenga in sede civile. L’imputato aveva già versato alcune somme ai colleghi, ritenute però solo un parziale risarcimento dalle parti civili.

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