Torrente Anza, 31 chilometri di colata di fango, dimezzata la fauna ittica. L’allarme dei pescatori

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Oltre 30 km di torrente interessati dalla colata di un fango composto da polvere finissima. Il limo glaciale del ghiacciaio del Belvedere ha invaso il letto del fiume Anza, siamo in valle Anzasca, uccidendo oltre la metà dei pesci presenti e compromettendo in modo importante il loro habitat e quindi i futuri insediamenti.

L’allarme è stato lanciato dall’Associazione dei pescatori del Vco, il fenomeno si è verificato nel passato fine settimana.

“L’Anza ha detto stop, non può più sopportare l’accumulo di materiale litoide proveniente dal ghiacciaio del Monte Rosa, accentuato quest’anno da un fenomeno naturale accaduto in alto – spiega il presidente dei pescatori Gianmauro Bertoia – . Tutto quanto arriva a valle viene depositato negli sbarramenti e automaticamente rilasciato, il materiale ha dato vita ad una colata di fango che ha ucciso tutto quanto ha incontrato nella sua discesa. Soprattutto ha ucciso tutto il tessuto del fiume a valle della diga di Ceppo. L’effetto a catena poi è giunto fino al fondovalle, fino a Piedimulera, parliamo di circa 31 km di colata. Chiediamo che ci sia rispetto per il fiume, chiediamo normative che prevedano l’asportazione di questo materiale litoide. L’effetto diluizione deve cessare, il fiume Anza non può più contenere tutto questo che deve essere tolto dal fiume e dagli sbarramenti”.

Ora occorrerà molto tempo per tornare ad un ecosistema favorevole alla vita ittica. “Ripristinare una valle intera è molto dura – conclude Bertoia – , le piogge potranno migliorare pian piano la situazione portando a valle il materiale ma per mitigare un impatto così serviranno tanti anni”.

In queste ore la Polizia Provinciale, Arpa e i Carabinieri Forestali sono impegnati sul posto per capire cosa è accaduto.

Spiega Fabrizio Manoni dalla Polizia Provinciale: “Il problema del limo glaciale è particolarmente evidente in Valle Anzasca per la presenza del ghiacciaio, limo che si deposita dove c’è un rallentamento del flusso, entra nelle branchie dei pesci e uccide l’idrofauna; si tratta di un problema anche per i gestori dell’idroelettrico che deve essere gestito in modo ottimale, un equilibrio non facile. Per altro questo materiale non ha un valore economico. Siamo in una fase in cui stiamo cercando di capire come si è svolta la vicenda- prosegue Manoni- ,se è stato un incidente o se ci sono delle responsabilità, valuteremo se avvisare il magistrato”.

Dal punto di vista politico il presidente del Vco Alessandro Lana aggiunge: “Accoglieremo la richiesta dei pescatori di sederci attorno ad un tavolo con tutti i soggetti interessati per parlare della questione ed eventualmente dell’applicazione di regole diverse”.

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