Smantellato il bosco dello spaccio all’uscita dell’A26 dai Carabinieri di Stresa. Il risultato è di sette persone, tutte di origini nordafricane, denunciate per spaccio continuato in concorso. L’indagine si è sviluppata in diversi mesi ed è nata da numerose segnalazioni di cittadini residenti nella zona collinare sopra Stresa, che avevano notato un via vai di soggetti tra le vie dei borghi in quota, sia di giorno che di notte. Così sono stati intensificati i pattugliamenti dell’area. Subito è parso chiaro il motivo di quei movimenti di macchine e soggetti ai bordi della strada: erano tutti scambi tra droga e denaro.
Infatti, oltre trenta persone residenti nell’alto novarese e nel Vco sono state trovati in possesso di sostanza stupefacente nel corso dei servizi di controllo del territorio. Si vendevano droghe di diversi tipo, cocaina, hashish, marijuana. Nei confronti dei “clienti” i militari hanno proceduto in via amministrativa, sequestrando lo stupefacente ed avviandoli ad un percorso di recupero. Ma gli stessi, sono stati anche interrogati per raccogliere informazioni su chi gestisse quel lucroso “market della droga” aperto giorno e notte. Attraverso gli appostamenti dei militari dell’Arma e le testimonianze raccolte dai vari acquirenti, sono stati individuati i sette presunti responsabili dello spaccio al dettaglio che da tempo si era radicato tra la vegetazione a ridosso dell’uscita autostradale di Carpugnino, un luogo strategico e facilmente raggiungibile dall’Ossola al Novarese.
Nelle scorse settimane è così scattato un blitz organizzato anche con l’ausilio della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, proprio nell’area boschiva adibita a “bazar della droga” dal gruppo di nordafricani, dove sono stati ritrovati interrati eroina e cocaina destinate allo spaccio, oltre a mannaie e coltelli. Individuati anche dei bivacchi di fortuna, con vivande e coperte, dove il sodalizio era solito dimorare per non perdere mai il controllo della “piazza” di spaccio. Il profondo rastrellamento dell’area e lo smantellamento delle varie postazioni adibite per il confezionamento e lo smercio dello stupefacente hanno così “liberato” i boschi sulla sponda stresiana del lago Maggiore, ma il presidio dell’Arma continua per prevenire eventuali nuove incursioni di pusher organizzati.