Riforma dei Nuclei Alzheimer Temporanei (NAT) deliberata dalla Regione Piemonte nel 2022 e a regime nell’Asl Vco nel dicembre 2023: il risultato è meno assistenza per i malati e una diminuzione degli standard qualitativi ma con una retta più elevata per le famiglie. La denuncia è delle strutture di riferimento a livello locale: Fondazione RSA “Massimo Lagostina” di Omegna, Opera Pia Uccelli di Cannobio e RISS di Premosello Chiovenda. Al momento queste strutture nel Vco hanno in totale 40 posti: 10 ciascuna a Premosello e Omegna e 20 a Cannobio. Queste patologie sono in crescita e colpiscono purtroppo non solo persone anziane.
Il provvedimento regionale prevede un ricovero temporaneo nei nuovi Nuclei per il Declino Cognitivo Temporaneo per un massimo di 60 giorni. La ratio della norma è che dopo 2 mesi i disturbi del comportamento siano adeguatamente affrontati e compensati (anzi dovrebbero esserlo), al punto tale da rendere possibile il trasferimento del paziente nel Nucleo per il Declino Cognitivo. Qui i parametri di personale (cioè il numero di Operatori Socio-Sanitari) in servizio sono decisamente e nettamente inferiori: da 210 a 134 minuti di assistenza ad ospite al giorno.
Spiegano i responsabili delle strutture: “Quindi rispetto a prima, dopo 60 giorni gli utenti riceveranno meno assistenza anche se i disturbi del comportamento dovessero rimanere invariati, perché è difficile immaginare che un paziente affetto da demenza o morbo di Alzheimer possa vedere miracolosamente svaniti i propri disturbi comportamentali. Oltre il danno anche la beffa. Infatti dopo 60 giorni in cui la retta di degenza è totalmente a carico del servizio sanitario, gli utenti e i loro familiari pagheranno una retta di circa 55 euro al giorno a fronte dei circa 41 euro che pagavano prima. La quota di compartecipazione a carico della famiglia passa dal 30% al 50%”.
Le stesse RSA denunciano la cattiva gestione del passaggio tra vecchio e nuovo sistema, con un rimpallo fastidioso di responsabilità fra i diversi uffici/servizi dell’ASL VCO coinvolti. “Inoltre- dicono-, le richieste di intervento inoltrate attraverso PEC nei mesi scorsi alla Direzione Generale non sono state prese in considerazione”.