Pista ciclabile: la Corte di Cassazione dà ragione a Macugnaga : il cantiere va dissequestrato

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La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal comune di Macugnaga e ha annullato il provvedimento di sequestro del cantiere della pista di mountain bike che da Staffa attraverso l’alpe Bill raggiungerà il Monte Moro per portarsi poi in territorio svizzero a Saas Almagell nel vicino Canton Vallese.
La decisione dei supremi giudici è arrivata a metà pomeriggio. Le motivazioni alla base del provvedimento sono attese nei prossimi giorni. “Il sequestro del cantiere non andava fatto “ il commento a caldo dell’avvocato milanese Giuseppe Salerno che per conto dell’amministrazione Bonacci ha seguito il caso giudiziario. “Prendo atto della decisione dei giudici. Attendevo da tempo questa notizia” le poche parole a commento del sindaco Alessandro Bonacci.
Tutto ha avuto inizio a maggio quanto la Guardia di Finanza ha apposto i sigilli al cantiere rilevando difformità tra il progetto autorizzato e i lavori eseguiti. Inoltre, le indagini avevano evidenziato che non era stato richiesto all’Agenzia delle Dogane il permesso necessario per la costruzione di opere che oltrepassano la linea di confine.
Autorizzazione ottenuta più di recente in autunno.
Quella della pista ciclopedonale in quota per la Valle Anzasca è un progetto importante in chiave turistica. Un progetto finanziato con fondi Interreg dal costo complessivo di circa 1,5 milioni di euro.

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