Palazzetto dello sport di Gravellona Toce: il Gip ha archiviato il fascicolo su richiesta del pm

Condividi articolo:

Archiviata dal Gip su richiesta del sostituto procuratore Sveva De Liguoro l’indagine sul Palazzetto dello Sport di Gravellona Toce. Era il dicembre del 2020 quando la Guardia di Finanza di Verbania aveva arrestato quattro persone per corruzione, frode e truffa aggravata nei confronti dell’ente pubblico.
L’inchiesta riguardava l’appalto per la progettazione e realizzazione delle opere di completamento del Palazzetto di Gravellona Toce e delle opere complementari, affidati dal Comune a una ditta della provincia di Torino. Era stata anche affidata a uno studio professionale la progettazione esecutiva.
L’appalto complessivo era di circa 2 milioni 800 mila euro. L’appalto prevedeva il pagamento del corrispettivo sulla base degli stati di avanzamento lavori, in base ai prezzi di mercato dei materiali. Nel maggio 2022 era stata anche approvata una variante che non modificava il costo complessivo dell’opera, ma con rivisitazione dei dettagli di spesa di alcune parti eliminate e sostituite.
Alcune intercettazioni telefoniche della Procura del dicembre 2019 oltre ad altri atti di indagine avevano fondato negli inquirenti il sospetto che i rappresentanti dell’impresa e quelli della direzione lavori avessero elaborato in forza di un accordo illecito un computo metrico estimativo per la variante sulla base di preventivi falsi, predisposti ad arte dai fornitori, con importi maggiorati per consentire più alto margine di profitto all’appaltatore.
Da lì erano scattate le misure cautelari nei confronti dei rappresentanti dell’impresa e della direzione lavori. Il proseguo dell’indagine ha restituito un’alternativa ricostruzione delle vicende che ha messo in discussione l’impianto accusatorio. Tanto che la Procura ha chiesto l’archiviazione.
I quattro principali indagati hanno infatti spiegato che gli inquirenti hanno ricostruito i costi basandosi non sui prezzi di mercato, ma prezzi derivanti da trattative interne tra fornitore e impresa. Il Comune di Gravellona Toce, dato che i lavori avevano subito un rallentamento e l’appaltatore aveva dovuto anticipare delle spese per nuovi macchinari, aveva chiesto all’appaltatore di esporre il suo costo puro dei lavori in oggetto di variante, al quale il Comune stesso avrebbe aggiunto non solo il 10% di utile di impresa e il 14% di spese generali previste dalla legge, ma anche il ribasso d’asta per definire il costo a carcio dell’ente e assicurare all’impresa di non lavorare in perdita. A questo si riferivano nelle intercettazioni quando parlavano di “incrementare” o “maggiorare i prezzi”. I 2500 euro in contanti consegnati dal responsabile dell’impresa al direttore lavori e ritenuti dagli inquirenti un compenso per la falsificazione dei preventivi, erano in realtà il pagamento di un altro lavoro. La Procura ha chiesto anche il dissequestro della somma. Il gip Rosa Maria Fornelli ha archiviato tutte le accuse.

Articoli correlati