Nuova legge casa, in Piemonte linea dura contro illegalità

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Il Piemonte è pronto a varare una nuova legge sulle case popolari che promette “linea dura contro l’illegalità”, favorendo le famiglie con un solo genitore e coloro che risiedono da più tempo sul territorio regionale. Il testo, messo a punto dall’assessora leghista alle Politiche per la Casa Chiara Caucino, è stato presentato nell’Aula del Consiglio regionale. “L’idea – ha spiegato Caucino – è quella di premiare chi in Piemonte risiede da anni e qui ha lavorato e pagato le tasse, contribuendo allo sviluppo del territorio”. Saranno così rivisti i punteggi per l’assegnazione, favorendo “i cittadini di qualsiasi nazionalità d’origine, che risiedono in Piemonte da 15, 20 o 25 anni”. “E poi previsto – ha rimarcato l’assessora – un sostanzioso giro di vite per mettere un punto fermo nel contrasto all’illegalità dei furbetti che si costruiscono una situazione reddituale tale da avere diritto alla casa popolare, possedendo beni da ricchi. L’assegnatario quindi non potrà più possedere beni mobili registrati come auto, moto di grossa cilindrata, o caravan nella categoria dei beni di lusso”. “La legge – ha detto – punta all’equità sociale, premiando le persone oneste che qui hanno vissuto. In aggiunta al testo base abbiamo elaborato 13 emendamenti, che prevedono tra gli altri il divieto di assegnazione per coloro che hanno occupato abusivamente uno stabile Atc nei 10 anni precedenti, e la decadenza del diritto di assegnazione nel momento in cui l’assegnatario fosse soggetto a una condanna detentiva. Ma nessuno verrà lasciato indietro: per tutelare la famiglia del potenziale reo, l’assegnazione passerà al coniuge, ai figli o ai parenti conviventi”. Contro il provvedimento si sono espresse le opposizioni di centrosinistra. “Esprimiamo con forza tutta la nostra contrarietà a questo testo che è contrario alla Costituzione, alla Dichiarazione universale dei diritti umani, alle sentenze della Consulta: il criterio degli anni di residenza è totalmente discriminatorio e mette in secondo piano il criterio del bisogno”, ha affermato il Pd Diego Sarno. “Si tratta di una norma discriminante – ha rimarcato Sarno – non solo per gli stranieri, ma anche per gli italiani che cambiano residenza per motivi di lavoro e che poi entrano in difficoltà a causa delle crisi aziendali. Rivedere le graduatorie è incostituzionale”. Sulla stessa linea la Dem Monica Canalis, che ha chiesto “un cambiamento di rotta”, dicendo che “non è vero che le maggiori richieste arrivano da persone di origine straniera, aumentano anche da nuovi poveri di nazionalità italiana”. “Forte contrarietà” è arrivata anche da Francesca Frediani (Up), per la quale il disegno di legge di Caucino “non è una risposta, è una misura di propaganda sovranista”. Per Silvana Accossato di Luv, poiché “il provvedimento è arrivato in Aula senza aver completato il percorso in Commissione, non è nelle condizioni di produrre interventi coerenti con le problematiche”. Sul fronte della maggioranza, il leghista Valter Marin ha però ricordato come “la giunta del Pd Sergio Chiamparino per prima ha introdotto il requisito temporale della residenza in Piemonte”.

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