Memoria e giustizia sono le parole risuonate questa mattina nella piccola chiesa della Madonna della Neve, ai piedi della vetta del Mottarone in una mattina piovosa e quasi invernale. Lo ha ricordato il parroco di Stresa, davanti ai familiari delle 14 vittime nello strazio della ricorrenza del terzo anniversario da quel giorno e davanti alle autorità presenti.
Don Villa ha ricordato il dovere della memoria, nel giorno dell’anniversario di un’altra strage, quella di Capaci. “Solo una comunità che ricorda è capace di guardare al futuro. Nel senso cristiano del termine, la memoria di Gesù ci ricorda che i vostri cari sono nell’orizzonte della vita eterna” ha detto. E ha aggiunto: “bisogna dire con chiarezza che quello che è accaduto non è stato il fato o il destino, ma siamo di fronte a chiare responsabilità umane. Dire con chiarezza di chi sono state queste responsabilità è importante per recuperare la fiducia nelle istituzioni e per ridare speranza anche al Mottarone, alle persone oneste che lavorano qui”. E ancora: “Servirà anche a eliminare la mentalità diabolica e superficiale del ‘tanto non succede niente’ come in altre tragedie in Italia. La logica della sicurezza deve diventare un imperativo assoluto per tutti”
Come ogni anno presenti anche le magistrate che hanno condotto le indagini e chiesto il rinvio a giudizio degli imputati, la procuratrice Olimpia Bossi e la sostituta Laura Carrera.
Al termine un commosso messaggio del sindaco Marcella Severino, che ha rinnovato la vicinanza alle vittime anche nella vicenda legale “perché non si può giocare con la vita delle persone”
C’erano anche i soccorritori, Vigili del fuoco, Croce Rossa, Soccorso Alpino, Protezione civile, che quel giorno sono arrivati nella speranza di riuscire a salvare le vite, anche se purtroppo soltanto il piccolo Eitan è sopravvissuto.
Al Mottarone la messa per le vittime della funivia, il giorno della memoria e della richiesta di giustizia
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