Un esposto presentato alla Procura di Torino nel 2015 segnalava che i freni dell’impianto della funivia sarebbero stati bloccati. Lo firmò l’allora consigliere comunale e già comandante della Polizia Municipale di Stresa Alfredo Macrì Del Giudice.
Il documento porta la data del 30 novembre del 2015, con un’integrazione del 21 dicembre 2015. L’esposto nasce in seguito alla gara di appalto indetta da Scr per la revisione generale dell’impianto e la gestione della funivia. Nel primo documento, Macrì evidenzia il “danno economico alla collettività a favore del privato” e parla di “un milione di euro con la prima gara, poi un altro milione con la seconda gara (stanziato pochissimi giorni prima delle elezioni comunali del 31 maggio 2015), oltre al canone d’affitto di circa 30 mila euro l’anno per 13 anni, che il Comune riscuote dai locali a uso bar e noleggio di biciclette annessi alla stazione di partenza della funivia al lido di Carciano”. Il fascicolo fu infatti aperto per turbativa d’asta. Ma, il 21 dicembre del 2015, Macrì affronta il tema della sicurezza. “Negli ultimi cinque anni” scrive “il concessionario avrebbe tralasciato ogni forma di manutenzione dell’impianto”. E, ancora: “Il concessionario avrebbe trascurato anche la sicurezza dell’impianto. Il freno di emergenza della cabina sarebbe stato mantenuto non funzionante, bloccato. Da quando l’impianto è fermo – denunciava Macrì -, cioè da oltre un anno, sarebbe stata omessa la sorveglianza dello stesso e le funi sarebbero arrugginite”. Sempre nell’esposto, Macrì indica i nomi di due ex dipendenti della funivia che avrebbero potuto fornire ulteriori indicazioni.
L’esposto è contenuto nel fascicolo relativo alle indagini perché, all’indomani della tragedia, Macrì contattò la Procura di Verbania che chiese a Torino notizie del fascicolo: la risposta fu che il procedimento aperto per l’ipotesi di reato di turbativa d’asta, affidato al dottor Enzo Bucarelli, all’8 giugno del 2021, risultava ancora in fase di indagini preliminari.
“Fu un dolore quel giorno quando sentii le sirene, come uomo, cittadino, ex comandante della polizia municipale e come ex consigliere comunale” dice oggi Macrì, che conferma di non essere mai stato contattato dalla Procura di Torino. “Aggiungo anche che quando fui intervistato dalla trasmissione Report non dissi nulla dell’esposto per rispetto dell’indagine in corso”.