La Parigi Roubaix di Ganna? Una grande prestazione.

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Come giudicare la Parigi Roubaix di Filippo Ganna, che come al solito dopo il bel piazzamento e la ‘regina delle classiche’ corsa da protagonista nel giorno di Pasqua ha provocato la solita ridda di commenti social di personaggi più o meno informati, più o meno tifosi, riguardo la sua prova? In particolare, molte critiche sono arrivate per la frase “qualcuno mi ha detto di avere i crampi e poi mi ha sprintato in faccia” detta a bocce ferme ai microfoni Rai ed a nostro modo di vedere riferita a Mads Pedersen e Stefen Kung, rimasti con lui dopo l’attacco cattivo di un superbo Van der Poel, meritevole vincitore, sul pavè del Carrefour de l’Arbre. Inutile riportare le critiche di questi tifosi o appassionati che siano, preferiamo guardare alle prestazioni e partire da un presupposto: non si arriva per caso secondi alla Milano Sanremo e tantomeno sesti alla Parigi Roubaix dopo aver disputato quest’ultima, che se viene definita ‘Inferno del Nord’ qualcosa vorrà pur dire, sempre nel vivo della corsa. La prova di Ganna è stata assolutamente non solo all’altezza ma diremmo brillantissima, a conferma che i britannici di Ineos Grenadier possono contare su di lui non solo se serve un grande lavoratore ma anche per puntare ai colpi grossi. Ganna si è fatto sorprendere nel tratto mitico della Trouee d’Arenberg? Vero, gli sono scappati i primi (anche per una caduta davanti, là dentro è un budello vero e proprio) ma li è stato grandioso a recuperare una ventina di secondi da solo tornando sotto a gente come gli stessi Van Der Poel, Van Aert e soci, pagando peraltro molto in soldoni di energia. Un grande esperto come Davide Cassani, che non ha bisogno di presentazioni, con un lungo e dettagliato post ha spiegato quali sono state le difficoltà di Pippo sul pavè (le curve, il rilancio dell’azione) sentenziando che “sul pavé ci sa andare, la sua pedalata è leggera, il suo stile impeccabile”. Secondo Cassani, che ha pronosticato un Ganna vincitore, prima o poi della corsa, c’è anche necessità di avere maggior fondo in una gara che è più corta della Milano Sanremo ma è molto diversa: La Sanremo di quasi 300 km si corre ‘nascosti’ per sparare tutto nel finale, la Roubaix inizia ad essere ‘tosta’ già nei primi settori di porfido a centro ed oltre chilometri dall’arrivo. Insomma, piaccia o no Ganna ha corso una grande gara, sempre nel vivo ed al fianco dei favoritissimi (che peraltro, essendo in tanti anche ciclocrossisti sanno maramaldeggiare sulle pietre) e peraltro si è preso tanti insegnamenti che verranno buoni nelle prossime edizioni. Ah, le polemiche della ‘volata in faccia’? Ci facciamo aiutare dalla storia: 1993; in fuga il compianto Franco Ballerini e l’esperto attempato Gilbert Duclos Lassalle, vincitore l’anno prima. Il ‘Ballero’ spinge forte, il francese soffre e grida al toscano che non ne ha più, che non lo avrebbe battuto, di consentirgli di arrivare con lui al velodromo, che si accontentava di finire secondo. Ballerini si mette in testa, potrebbe andarsene quando vuole ma non forza ed all’ingresso della pista Duclos Lassalle e con lui.. sorpresa: il francesone sprinta e vince la corsa. Insegnamento finale: in gara del genere non ci si fida mai di nessuno e adesso lo sa anche Pippo nostro. Ah: Franco Ballerini, che oggi ha lasciato questa terra, la Parigi Roubaix l’ha vinta due volte nel 1995 e nel 1998, da solo al traguardo. Ganna ora recupera; ci si vede al Giro.

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