Il sostituto procuratore Fabrizio Argentieri ha chiesto la condanna a 8 mesi ciascuno, con la sospensione condizionale, nei confronti dello chef del ristorante stellato “Piccolo lago” Marco Sacco e della responsabile Raffaella Marchetti, difesi dall’avvocato Marco Ferrero, per lesioni personali e commercio di sostanze alimentari nocive.
I fatti risalgono a luglio 2021, quando al termine di un banchetto nuziale, una cinquantina di invitati, sposi compresi, avevano avvertito i sintomi di un’intossicazione alimentare, con nausea, vomito e dissenteria. Qualcuno si era recato al Dea.
Era stata presentata la denuncia ai Carabinieri che, all’esito degli esami dell’Asl Vco, avevano stabilito che la causa di quei malori era un’intossicazione da norovirus, contenuto nelle vongole servite crude con il risotto.
Una cinquantina gli invitati che si sono costituiti parti civili al processo, con gli avvocati Patrich Rabaini e Paolo Patacconi. Al termine del dibattimento hanno chiesto il risarcimento per un totale di circa 100 mila euro, tra la restituzione di quanto pagato per il banchetto (20 mila euro), per il danno del matrimonio rovinato e per le lesioni personali.
L’avvocato Ferrero ha chiesto l’assoluzione dei suoi assistiti. Come già rimarcato, ha sottolineato che l’alimento era già arrivato contaminato dal produttore, come dimostrato grazie a una confezione di vongole rimasta sigillata, nella quale è stato riscontrato il norovirus.
“Il pm ha cercato di trasferire sul ristoratore le responsabilità del produttore – commenta Ferrero -, che è tenuto a non immettere sul mercato un prodotto pericoloso. Come abbiamo dimostrato, non ci sono prove che le vongole non potessero essere servite crude e l’unica pratica non consentita è il ricongelamento di un prodotto scongelato. Se così non fosse, nei ristoranti nessuno mangerebbe più crudo e molluschi”.
La giudice Beatrice Alesci ha rinviato l’udienza al 23 febbraio 2024 per repliche e decisione.
Intossicati alle nozze, il pm chiede due condanne a 8 mesi
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