Le tracce di una lunga frenata, qualche mazzo di fiori a bordo strada, è quello che rimane a due giorni di distanza sul luogo del tragico incidente di Suno dove, sabato pomeriggio, hanno perso la vita i coniugi ossolani Roberto Quaglieri e la moglie Armandina Lunghi, meglio conosciuta come “Marina”. Lui 59 anni, postino in pensione che aveva lavorato a Crevola d’Ossola e Montecrestese, la moglie, 58 anni, infermiera del SerD del San Biagio di Domodossola. Le due salme sono state ricomposte all’obitorio dell’ospedale Maggiore di Novara a disposizione del magistrato che ne ha disposto l’esame autoptico. La dinamica del sinistro è ancora al vaglio dei carabinieri della caserma di Momo, di certo sembrerebbe che il Suw Nissan abbia invaso la corsia opposta al senso di marcia mentre da Novara stava sopraggiungendo la moto Traiumph con in sella le due vittime. Sulla vettura c’era una coppia di Cameri con a bordo due bimbe piccole. Per loro solo contusioni medicate al Maggiore di Novara. Le vittime lasciano due figli: Gloria, infermiera in Lombardia, e Daniele, studente. In un sol colpo da sabato pomeriggio si sono trovati improvvisamente orfani di entrambi i genitori. Intanto sale la polemica per quel tragico incrocio della statale 229 del Lago d’Orta con il bivio per Cavaglio d’Agogna e per il centro di Suno, teatro di molti incidenti alcuni mortali. Ironia delle sorte il sindaco di Suno, Riccardo Giuliani, è stato convocato da Anas martedì 3 aprile per una riunione sulla realizzazione della rotatoria che consentirebbe ai veicoli di rallentare la velocità. Il comune di Suno ha già predisposto da tempo il progetto che è a suo carico, mentre Anas dovrebbe invece occuparsi delle realizzazione dei lavori. Una parte del contributo arriverà anche dalla Provincia di Novara, competente delle due strade dell’intersezione. Sull’argomento aveva sollevato segnalazioni anche il Siulp di Novara, il sindacato della polizia stradale, attraverso il suo segretario provinciale Tommaso di Gaudio. La data dei funerali sarà stabilita solo una volta eseguita l’autopsia.