Il gip del Tribunale di Verbania ha confermato i domiciliari nei confronti del medico di base e dell’addetto di Poste Italiane arrestati nell’indagine “Ricette facili”dei Carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria, coordinati dalla procuratrice Olimpia Bossi.
La decisione è arrivata al termine dell’udienza di convalida. Il giudice ha ritenuto infatti che non siano mutate le esigenze cautelari disposte nei confronti di entrambi gli indagati.
Nel frattempo, l’Ordine dei Medici della provincia di Catania, al quale il medico risulta iscritto, ne ha dichiarato la sospensione dall’esercizio della professione medica.
Sulla questione si era già espresso l’Ordine dei Medici del Vco, che in una nota firmata dal presidente Antonio Lillo, aveva anticipato l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo.
Lillo ha anche chiesto all’Asl Vco di provvedere al più presto per trovare una soluzione per i tanti pazienti rimasti “orfani” del medico di famiglia.
Medico e addetto delle Poste sono accusati entrambi del rilascio e l’utilizzo di certificazioni mediche false, attestanti una malattia per giustificare l’assenza dal servizio. Il postino infatti pur risultando assente per malattia dal lavoro, gestiva un bar di Verbania intestato al figlio. Una situazione che si protraeva da ormai due anni circa. Ma molti lo vedevano dietro al bancone. Di lì le segnalazioni arrivate alla Procura, che hanno fatto partire l’indagine. L’uomo dovrà rispondere anche di truffa nei confronti delle Poste. Per il medico, che spesso frequentava il bar del paziente, si profila anche l’ipotesi di reato di corruzione per aver ricevuto utilità in cambio delle certificazioni.
Ora l’indagine dei carabinieri prosegue per capire se ci siano altri certificati di malattia firmati dal medico nei confronti di altri pazienti, che potrebbero risultare sospetti.
Il Gip ha confermato la misura dei domiciliari nei confronti del medico e dell’addetto di Poste Italiane indagati
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