Il Comune di Calasca Castiglione al lavoro per il recupero dell’alpe Pedriola, servono 600 mila euro

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Il comune di Calasca Castiglione al lavoro per il recupero dell’Alpe Pedriola, il più antico dell’arco alpino nel quale in modo continuativo si pratica l’inalpamento con le bestie: attività documentata già dal 999, in un atto di cessione dove con l’alpe si vendevano anche gli alpigiani, allora una decina di persone in tutto.

Siamo a 2.065 metri di altezza, al cospetto della parete Est del Monte Rosa. Qui si sale da Macugnaga, lungo il percorso per il Rifugio Zamboni, ma la competenza è del Comune di Calasca Castiglione dal 1904, dopo la donazione dell’ingegner Giovanni Belli.

Spiega il sindaco Silvia Tipaldi: “Il nostro obiettivo è recuperare l’alpeggio attraverso finanziamenti da bandi pubblici, uno relativo alle aree interne nell’ambito del PSR è in corso di istruttoria, si tratta di un pacchetto presentato con l’Unione Montana. Il completamento dell’intervento poi potrebbe essere eseguito con un secondo bando, sempre legato al PSR. Siamo in attesa di notizie, speriamo l’intervento venga finanziato” conclude la prima cittadina.

Si vorrebbero recuperare le baite crollate, ristrutturare quelle che ancora hanno il tetto, sempre con destinazione agricola e rendendo il tutto più funzionale anche alla luce delle normative vigenti. Serviranno circa 600 mila euro, dal primo bando ne sono attesi 400 mila. Certo l’intervento non sarà facile, vuoi per il trasporto di manovalanza e materiali sul posto, vuoi per le condizioni meteo. Dovrebbero essere allestite una stalla, un caseificio, un alloggio per l’alpigiano.

Intanto una piccola parte già recuperata dell’alpeggio è in affitto ai fratelli Marta, Damiano e Luca, che qui pascolano i loro animali ed hanno allestito, in un container, anche un piccolo caseificio. Il loro sogno è di dare vita ad una specie di agriturismo, con anche una sala polivalente, un vero punto vendita: oggi la baita che lo ospita è a mezzo servizio perché la mattina viene utilizzata per la produzione dei latticini.

“Siamo qui dal 2016 “ spiega Luca che con la sua famiglia crede fermamente nelle potenzialità turistiche e di sviluppo di quest’alpe, “Potenzialità – conclude – confermate anche da amici del Trentino” .

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