Giovane iracheno minaccia di darsi fuoco, lo salvano i Carabinieri di Domodossola

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Voleva darsi fuoco, ma i Carabinieri della Compagnia di Domodossola sono riusciti a convincerlo a desistere dal suo intento suicida. È successo nel pomeriggio di mercoledì a Trontano, in località Ceppo nei pressi di un esercizio commerciale. Ai militari era giunta la segnalazione di un giovane extracomunitario che voleva darsi fuoco. I militari giunti in prossimità del luogo indicato hanno subito compreso che la segnalazione ricevuta era vera, infatti il giovane, poi identificato in un cittadino iracheno di etnia curda di 37 anni, in evidente stato di alterazione aveva gli indumenti già inzuppati di benzina e mentre in una mano teneva una bottiglia in plastica con altro liquido infiammabile, nell’altra impugnava un accendino, che minacciava di accendere ogni volta qualcuno tentava di avvicinarsi.

È iniziata così una trattativa tra i carabinieri e l’uomo, mentre venivano richiesti rinforzi, compresi i vigili del fuoco e il negoziatore del Reparto Operativo di Verbania. Dal dialogo che i militari sono riusciti ad instaurare è emerso che lo stesso, in Italia da tempo come rifugiato e che aveva trovato anche lavoro come pizzaiolo, era disperato perché non era ancora riuscito ad avere il permesso di soggiorno.
Con il passare dei minuti l’uomo, grazie anche al dialogo instaurato con i carabinieri, ha allentato la tensione e dopo circa mezz’ora si è convinto a consegnare l’accendino ai carabinieri che lo hanno dapprima accompagnato in caserma a Domodossola dove poco dopo è arrivata una ambulanza medicalizzata della Croce Rossa di Domodossola che lo ha accompagnato presso l’ospedale di Verbania nel reparto di psichiatria per i successivi accertamenti.   

A parziale integrazione del comunicato stampa inerente il tentato suicidio dello straniero, si aggiunge che il rilascio del permesso di soggiorno era condizionato al reperimento di una dimora e ad una riunione della commissione territoriale di Novara, i cui tempi di attesa si sono prolungati a causa delle difficoltà nel reperire un interprete di lingua kurda.

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