Frode sull’Iva del carburante, indagini partite dalla Guardia di Finanza di Verbania

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Le indagini della guardia di finanza sul carburante venuto sotto costo evadendo l’Iva hanno preso avvio nel 2019 dalle verifiche compiute su un distributore stradale di carburante di Domodossola , che le Fiamme Gialle avevano notato l’applicazione di prezzi inferiori a quelli praticati nel resto della provincia. Le successive verifiche hanno consentito ai militari di scoprire che il distributore di Domodossola era un utilizzatore delle fatture emesse per operazioni inesistenti. Le indagini si sono quindi allargate in tutta Italia.
Nel corso delle indagini, che hanno svelato un complesso sistema fraudolento imperniato sul differimento della fatturazione e l’omissione del versamento dell’Iva, i finanzieri hanno scoperto anche che la gestione occulta dei flussi finanziari riconducibili ai profitti illeciti dell’organizzazione criminale veniva coordinata attraverso l’utilizzo di dispositivi telefonici sui quali era installato il software di messaggistica criptata Sky Ecc.
La maxi operazione ribattezzata «Fuel family» ha permesso di scoprire un’evasione di oltre 260 milioni di euro. La banda criminale, con ramificazioni in tutta Italia, con la frode dell’Iva vendeva il carburante a basso costo, proponendo prezzi che battevano la concorrenza. L’indagine è stata coordinata dagli uffici di Bologna, Roma e Napoli della Procura europea. Cinque le persone arrestate e sono stati sequestrati beni per circa 300 milioni di euro intestati a 59 persone e 13 imprese. L’operazione è stata condotta dai nuclei di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Verbania, Rovigo, Roma, Napoli e Caserta, in collaborazione con il servizio centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con il gruppo Napoli.

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