Cibi scaduti e lavoratore in nero: sanzioni dei Carabinieri Forestali in alcune attività dell’Alpe Veglia

C’erano alimenti scaduti anche da sei anni in alcune delle attività controllate dai Carabinieri Forestali all’Alpe Veglia nel Comune di Varzo. I militari hanno passato al setaccio rifugi, bed and breakfast, hotel, negozi di alimentari, aziende agricole, affittacamere e bar. Verificati, in particolare, il rispetto delle normative di tutela del lavoro, di igiene dei
prodotti alimentari somministrati al pubblico e gli obblighi amministrativi. I controlli sono stati svolti in maniera congiunta dalla Stazione Carabinieri Forestale di Crevoladossola, dalla Stazione Carabinieri di Premia, dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali.
Le verifiche hanno consentito di riscontrare irregolarità in cinque delle otto aziende controllate.
Nel dettaglio, sono state accertate omissioni alle misure di garanzia e tutela sui luoghi di lavoro e individuato un caso di un lavoratore in nero.
In tre esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande sono stati inoltre individuati numerosi prodotti alimentari scaduti, anche da oltre sei anni, i quali sono stati conseguentemente posti sotto sequestro.
E’ stata anche riscontrata l’omessa identificazione, registrazione e trasmissione alla Questura del V.C.O. dei dati e delle informazioni inerenti le persone alloggiate presso le strutture ricettive.
Per aver occupato lavoratori in nero e per gravi violazioni in materia di sicurezza e salute sul luogo di lavoro, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro ha irrogato sanzioni pari a quattordicimila euro con adozione dei conseguenti provvedimenti di sospensione dell’attività commerciale a carico di due imprese, in attesa della eventuale regolarizzazione. I titolari sono stati inoltre denunciati.
Per la detenzione dei prodotti alimentari scaduti il Nucleo Investigativo dei Carabinieri Forestali ha invece sanzionato i titolari di tre ditte con multe complessivamente pari a seimila euro. Uno dei rappresentati delle aziende è stato inoltre denunciato per l’omessa comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza dei dati inerenti agli ospiti della struttura.