Anche la città di Arona ha celebrato la Festa della Liberazione

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Anche la città di Arona ha celebrato l’anniversario della Liberazione, il 79°. Un corteo si è mosso da Largo Garibaldi, sul lungolago, ove è posta la lapide di due partigiani uccisi dai nazifascisti durante la Battaglia di Arona: Stefano Bogianchini e Luigi Iorella, poi ha sfilato sul Corso e piazza San Graziano e ha attraversato il centro sino a piazza De Filippi. Ha aperto il corteo la Nuova Filarmonica Aronese. Al monumento ai Caduti, gli Alpini hanno deposto una corona d’alloro. C’era il commissario prefettizio Alfonso Terribile che ha invocato la Pace e la Libertà, i tre candidati a sindaco, i rappresentanti di associazioni combattentistiche con gonfaloni e labari, in testa l’Anpi di Arona. Presenti i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la polizia municipale e i vigili del fuoco, la Protezione civile e gli Aib. E’ intervenuta Giulia Gianì per l’Anpi, e due rappresentanti del Liceo Enrico Fermi. Infine il parroco don Claudio Leonardi che ha parlato di giustizia, rispetto e difesa dei valori. Ha moderato gli interventi Alessandra Salvini, direttrice della Biblioteca. Il momento più cruento della resistenza ad Arona è stato sicuramente il conflitto tra partigiani e tedeschi del 14 aprile 1945. Diciassette le vittime che rimasero sulle strade, 14 partigiani e 3 civili. Tre giorni dopo, il 17, si sono tenuti i funerali, cerimonia religiosa in chiesa parrocchiale poi il corteo di settemila persone si è mosso a piedi verso il cimitero cittadino per accompagnare le bare. Quel giorno i
tedeschi non intervennero, rispettarono il rito e la tumulazione. Quest’anno il 25 aprile cade in un momento particolarmente difficile per le guerre in corso, l’invasione russa in Ucraina e il conflitto tra Israele e la Palestina che vede coinvolti anche i territori confinanti. L’allora Presidente della Repubblica, il novarese Oscar Luigi Scalfaro, in occasione del 50° disse: ”L’Anniversario della Liberazione non deve dividere, bensì unire. La storia non può essere cambiata a seconda della ideologia personale, delle forze dei partiti che ci governano, ma deve essere rispettato e testimoniato alle nuove generazioni”.

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