Alla Milano Sanremo Ganna si conferma grande campione

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Non si tengono certe ruote in salita se non si è campioni, non si è protagonisti sul Poggio, che poi è tutto sommato una salita nemmeno così tosta ma che se la fai dopo 290 km si fa sentire eccome, non si arriva al secondo posto alla Milano Sanremo, corsa monumento del ciclismo se si è solo un cronoman o peggio, detto col massimo rispetto, solo un pistard. No, sabato Filippo Ganna da Vignone ha confermato quel che è davvero; un campione capace di colpi grossi, quei colpi che lui per la verità ha sempre fatto nelle categorie giovanili e che forse nemmeno sorprendono chi lo conosce bene. Si, perché quando la classicissima è arrivata nella fase tattica decisiva, il Poggio appunto, Pippo era li, con i giovani fenomeni del ciclismo attuale. Parte Tadej Pogacar, che ad oggi ha corso undici gare e ne ha vinte nove, ed allora è proprio il vignonese a tornargli sotto in salita, con potenza e cattiveria, facendo strabuzzare gli occhi a suoi tifosi. Il quartetto reale in fuga è davvero il meglio del ciclismo attuale: Pogacar, Van der Poel, Van Aert e Ganna che non è li per caso; è semplicemente il Ganna che se ha i suoi spazi se li sa giocare e bene. Nel finale scappa via Mathieu Van der Poel, altro fenomeno, che scollina con venti metri sui tre compagni d’attacco ed in discesa costruisce un successo in solitaria sul traguardo di via Roma che suo padre Adri non ha nemmeno mai sfiorato e che invece nonno Raymond Poulidor aveva centrato nel 1961. Dietro però Ganna è fantastico, prende il rettilineo di Sanremo, che è in leggera salita, di pura potenza, i denti digrignati e tra gli osanna delle genti si prende un secondo posto da applaudire davanti a Van Aert e Pogacar stessi. Alla fine, c’è un misto di contentezza ma anche di rammarico, perché Ganna ha candidamente confessato che forse poteva tentare di seguire l’olandese ma, parole sue, la testa non sapeva cosa avrebbero fatto le gambe. Onestà fino in fondo. Questo podio a Sanremo non è una occasione persa, è tanta roba, Ganna ha confermato, solo a chi di conferme aveva bisogno, che è anche uomo di classiche; ora si va al nord, nel mirino il suo pallino, il suo sogno del giorno di Pasqua, che si chiama Parigi Roubaix.

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