La Guardia di Finanza ha sequestrato il cantiere della pista cicloturistica per e-bike tra Macugnaga e Saastal

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Nelle prime ore della mattinata, al termine di una articolata indagine di polizia giudiziaria, i militari delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Verbania, coordinati dalla procuratrice capo Olimpia Bossi, hanno proceduto al sequestro preventivo della pista cicloturistica per e-bike tra i Comuni di Macugnaga e Saastal, ancora in fase di realizzazione, finanziata dal Comune di Macugnaga tramite fondi del Programma INTERREG Italia-Svizzera per un importo di 1,5 milioni di euro.

Le indagini, che hanno preso il via dal controllo degli appalti pubblici che interessano la provincia, hanno sin da subito fatto emergere che il procedimento amministrativo sotteso alla realizzazione del percorso cicloturistico, che raggiunge il passo del Monte Moro che rappresenta la linea di confine tra l’Italia e la Svizzera, era viziato dall’assenza dell’autorizzazione che stabilisce che tutte le costruzioni ed altre opere di ogni specie, sia provvisorie che permanenti, che incidono sulla linea doganale di confine devono essere preventivamente autorizzate dal Direttore Provinciale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e che senza tale assenso non è possibile per le autorità chiamate a pronunciarsi rilasciare ulteriori permessi ed autorizzazioni necessarie per avviare qualsiasi intervento.

Gli approfondimenti investigativi sono stati resi necessari anche per la complessiva progettualità che prevede anche la realizzazione di un analogo percorso in territorio svizzero, dal Comune di Saastal al passo del Monte Moro, creando di fatto una nuova via di collegamento tra i due Paesi con evidenti riflessi in termini di vigilanza doganale della linea di confine. Questo scopo è stato dichiarato anche nella relazione tecnico descrittiva generale dell’opera, dove si poteva leggere che il progetto “è diretto alla valorizzazione dell’aspetto ciclo-turistico e di movimento lento del territorio, oltre che al collegamento internazionale e turistico – culturale delle due valli alpine, che, avendo in comune la cultura Walser, presentano caratteristiche comuni ed affini”.

Verificato che l’Ufficio Doganale dell’ADM di Domodossola non aveva rilasciato alcuna autorizzazione, i finanzieri del Soccorso Alpino della Stazione SAGF di Domodossola hanno eseguito accertamenti per verificare se l’opera fosse in corso e, in tal caso, a rilevarne il tracciato realizzato tramite GPS e rilievi metrici.

Hanno così accertato che i lavori erano già in avanzato stato di realizzazione e che fossero in sostanziale difformità rispetto al progetto presentato dal Comune di Macugnaga, stazione appaltante, ed erroneamente approvato ed autorizzato da tutti gli Enti preposti quali la Regione, la Provincia e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella Novara VCO e Vercelli che non si sono resi conto dell’assenza dell’indispensabile autorizzazione doganale.

Le successive attività di polizia giudiziaria, che hanno visto intervenire anche i finanzieri della Compagnia di Domodossola con l’acquisizione e l’analisi di tutta la documentazione alla base del progetto e riguardante un’area con stringenti vincoli paesistici, naturalistici, idrogeologici e di usi civici, hanno inconfutabilmente permesso di riscontrare che per le modifiche apportate al tracciato approvato non era stata neanche avanzata alle Autorità sopracitate, sospendendo i lavori in attesa di una loro decisione, una richiesta di variante.

Le indagini hanno permesso di accertare, oltre all’assenza dell’autorizzazione dell’Ufficio Doganale del VCO e della variante, come il tracciato realizzato si discostasse totalmente da quello approvato,. In alcuni tratti, infatti, è risultato essere stato realizzato con pendenze tra il 30% ed il 44% (23,75°) mentre il massimo progettualmente concepito ed approvato era ricompreso tra il 10 e 20% (11,31°) con un solo picco del 26% (14,57°), e quindi, in sostanziale difformità anche con lo “scopo” che l’opera si prefiggeva, ossia creare un percorso cicloturistico per tutti, come previsto nell’oggetto del finanziamento, oltre che per sole trail bike.

E’ quindi emersa una gestione irrispettosa delle regole e delle risorse pubbliche assegnate al Comune di Macugnaga anche a causa del mancato assolvimento dei compiti normativamente previsti da parte degli attori istituzionali e tecnici incaricati della realizzazione dell’opera in parola.

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