Più di cinquecento persone hanno accolto a Verbania il Battello di pace, la crociera simbolica tra le due sponde del lago Maggiore organizzata dalla rete Artigiani di pace con l’obiettivo di “unire territori e coscienze”. Il battello, con a bordo una cinquantina di persone, è salpato alle 9 da Angera (Varese) ed è approdato a Verbania alle 15, dopo aver fatto tappa ad Arona (Novara) e Baveno (Verbano-Cusio-Ossola), dove sono stati organizzati momenti di riflessione e confronto.
“Abbiamo bisogno di credere alla pace – ha detto don Renato Sacco, vicario parrocchiale a Villadossola – perché è più difficile abituarsi alla pace che alla guerra. Il battello ha lo scopo di abbattere muri e barriere: diciamo no al riarmo e sì al cessate il fuoco. Siamo contenti se a Gaza non si spara più, anche se la pace è un’altra cosa”. “Basta massacri, basta miliardi buttati via in armi” l’appello di don Angelo Nigro, parroco di Ghiffa (Vco), intervenuto al termine del corteo partito dal lungolago di Intra e arrivato nel parco di Villa Maioni.
Al momento dell’approdo del battello a Intra è andata in scena una protesta da parte di una decina di manifestanti, appartenenti al comitato Vb per la Palestina e a Non una di meno Vco, che ha contestato la presenza, su una barca che accompagnava il Battello di pace, di una bandiera israeliana cucita insieme a quella palestinese, con la scritta ‘Peace’. “È inopportuno – hanno spiegato – esporre la bandiera di Israele in questo momento storico. No all’ipocrisia: basta scegliere da che parte della storia stare, se con gli oppressori o con gli oppressi. Non c’è pace sotto occupazione”.
Oggi il Battello di Pace ha unito il lago Maggiore, in 500 l’hanno accolto a Verbania. Protesta Pro Pal
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