Un’iniziativa in collaborazione con i Carabinieri Forestali per radiocollare lupi e orsi e garantire ricerca scientifica e trasparenza. Il Parco Nazionale della Val Grande annuncia l’avvio di un progetto di monitoraggio avanzato della fauna selvatica, con particolare attenzione ai grandi carnivori presenti sul territorio. L’iniziativa nasce dall’esigenza di fornire dati scientifici attendibili, contrastare le fake news e offrire risposte concrete agli allevatori e alla comunità locale. Attraverso l’utilizzo di radiocollari, in collaborazione con i Carabinieri Forestali, il Parco intende avviare un programma che consenta di raccogliere informazioni precise sulla presenza e sugli spostamenti di lupi e orsi. Ad oggi, le indagini genetiche confermano la presenza di un solo esemplare di orso nella Val Grande, ma il progetto permetterà di approfondire lo studio e di ottenere dati più puntuali sulla composizione e sui movimenti della fauna. “Quello che come Parco vogliamo realizzare è un progetto che ci consenta di avere sotto controllo la situazione dei branchi e di rispondere alle preoccupazioni di cittadini e allevatori. Radiocollare alcuni lupi e l’orso presente significherebbe poter fornire dati certi, contrastare voci infondate e al tempo stesso contribuire alla ricerca scientifica” – dichiara Luigi Spadone, Presidente del Parco Val Grande.
Il progetto, ispirato a esperienze già attuate in altri parchi italiani, richiederà tempo e impegno, considerata la complessità della cattura e del rilascio degli animali con dispositivi di monitoraggio. Tuttavia, rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare un tema che negli ultimi mesi ha assunto grande rilevanza mediatica, anche a causa di fake news e casi di predazioni. “Non è una soluzione immediata né definitiva, ma un passo concreto per supportargli allevatori in difficoltà e per dare risposte trasparenti alla popolazione. È un percorso lungo, ma necessario: se non si parte, non si arriva da nessuna parte” – conclude Luigi Spadone, Presidente del Parco Val Grande. “Come Parco abbiamo il dovere di perseguire la biodiversità e monitorare le presenze faunistiche. La presenza dei grandi predatori genera discussione, ma il nostro obbiettivo resta il monitoraggio e la gestione, per capire le dinamiche delle specie e prevenire i danni che possono arrecare. L’alta biodiversità è un valore per la Val Grande, ma deve essere gestita in equilibrio con le attività umane” – evidenzia Michele Zanelli, Direttore del Parco Val Grande. “La gestione attiva dei grandi carnivori non è solo monitoraggio: significa raccogliere dati oggettivi, genetici e scientifici, per dare risposte concrete e smontare posizioni strumentali o prive di basi. Ad oggi sappiamo con certezza, grazie alle analisi genetiche, che nella Val Grande è presente un solo orso. Se in futuro emergeranno nuove evidenze, saremo i primi a comunicarle. La trasparenza e la correttezza scientifica restano la nostra priorità ” – sottolinea Cristina Movalli, tecnico del Parco Nazionale della Val Grande. “La nostra azione è improntata a una gestione che minimizzi i rischi e persegua la massima trasparenza. Radiocollare alcuni esemplari, integrando le attività di monitoraggio ordinario, ci permetterà di verificare
meglio la presenza e i comportamenti della fauna, evitando di alimentare speculazioni prive di basi. La nostra risposta vuole essere concreta e fondata su dati scientifici, cosı̀ da rafforzare la credibilità del lavoro svolto e tutelare al contempo cittadini e territorio” – dichiara Andrea Baldi, Colonnello Comandante dei Carabinieri Forestali. È in corso, la definizione di un progetto che sarà presentato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni.
Il Parco Val Grande avvia progetto per il monitoraggio dell’orso e dei lupi presenti nell’area protetta
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