I sindacati italiani e svizzeri sono pronti a ricorrere alla Consulta contro la tassa sulla salute introdotta con la legge di Bilancio del 2024 e reiterata nell’analogo provvedimento di quest’anno. Lo si legge in una nota diffusa a seguito delle assemblee che si sono svolte lungo il confine italo-svizzero, organizzate da Cgil, Cisl, Uil e dalle organizzazioni elvetiche Unia, Ocst, Syna, Vpod e Syndicom.
L’obiettivo dei sindacati è “uscire dal vicolo cieco di una legge incomprensibile”, dal momento che “il tempo è scaduto e ora occorrono risposte concrete”. “Gli innumerevoli elementi di criticità introdotti dalla norma di Bilancio del 2024, rincarati dalla finanziaria 2025 – spiegano le organizzazioni dei lavoratori – hanno determinato una situazione di stallo anche nei confronti dell’unica Regione che sinora ci ha coinvolto: la Lombardia”. “Nulla invece – proseguono – è pervenuto da Piemonte, Alto Adige e Valle d’Aosta”.
Per sciogliere il nodo secondo i sindacati serve “l’avvio del ricorso alla Corte Costituzionale e di una vertenza legale per rendere esigibili i diritti acquisiti nell’accordo sindacale del 2020 sulla nuova Naspi e mai attuati”. Le organizzazioni chiedono inoltre “un’ultima chiamata alla responsabilità della politica che governa le regioni” e “la ripresa dei lavori del tavolo interministeriale a Roma per affrontare tutti i problemi rimasti senza soluzioni e le tante questioni interpretative emerse dall’applicazione del trattato internazionale e del cosiddetto decreto omnibus per i lavoratori trans-cantonali”.
Frontalieri, i sindacati pronti a ricorrere alla Consulta contro la tassa sulla salute reiterata nella legge di bilanco 2025
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