“C’è chi suona, chi dipinge, chi scrive. Io per riuscire ad esprimere me stessa, vado in bici ed è la mia personale forma d’arte”. Sono parole di Elisa Longo Borghini, scritte sui social ieri nel tardo pomeriggio dopo aver vinto la 5^ Tre Valli Varesine Women, corsa che anno dopo anno cresce sempre di più, in anticipo alla pluricentenaria prova maschile. Seguiamo la carriera di questa ragazza sin da quando era poco più che una bimba ed il destino ha voluto che quella ‘teppa’ che correva con i colori del Pedale Ossolano prima e con Canavesi poi diventasse non solo l’emblema del ciclismo femminile attuale ma anche una delle primissime top atlete a livello mondiale. Proprio per questo vi possiamo dire che raramente o forse mai dopo una vittoria Elisa si era lasciata andare ad un post così; si certo soddisfazione e ringraziamenti alla squadra dopo le vittorie non sono mai mancati ed anche ieri l’Ornavassese ha rimarcato quanto le compagne di squadra l’abbiano sostenuta in giornate difficili come quelle recenti ma ieri no; quelle parole sono state altro. Si, giornate difficili; dopo un mondiale in cui era vista come una delle primissime favorite ed invece ha forse abboccato alla tattica di estrema marcatura delle avversarie; in particolare Demi Vollering, olandese e fuoriclasse. E dopo un europeo nel quale era stata l’unica a tenere la ruota della stessa Vollering, salvo poi crollare di testa e di gambe chiudendo decima. Elisa e Demi si stimano ma pensandoci bene chi è che al mondiale di Zurigo del 2024 correndo in maniera stralunata andò a riprendere Elisa riportando sotto Lotte Kopecki che poi vinse perdendo lei e facendo perdere l’iride ad Elisa che senza quella trenata sarebbe arrivata? Chi doveva essere la principale antagonista di Elisa a Kigali? Ed invece forse proprio per limitare l’azzurra che temeva non ha mai tentato nulla? Pensandoci bene gli ultimi due mondiale della campionessa di Ornavasso sono stati un pelino rovinati da questa grande olandese che poi invece a Guilherand Granges ha fatto e va detto un grande numero. Elisa la conosciamo benino; pur sapendo che uno sportivo professionista sa che ‘tutti sono direttori sportivi ed esperti soprattutto davanti ad un computer’ siamo convinti che le solite critiche le abbia anche lette non sempre facendosele scivolare ma soprattutto siamo convinti che dentro di lei si sia macerata, abbia combattuto con il demone del ‘perché’. Perché al mondiale mi sono fatta tirare dentro dalla tattica attendista in maniera così stupida? Perché in Francia sono scoppiata tutto d’un tratto? Perché, dopo tanti giorni in altura e dopo un lavoro importante ‘non sono andata’? La gente pensa che questi ragazzi siano robot da competizione ed invece no, sono esseri umani con le loro certezze e con le loro debolezze. Ieri è stata una corsa speciale: un bravissimo collega quale è il giovane Stefano Zago su ‘Al vento’ ha scritto che “Elisa Longo Borghini, è scattata almeno tre, quattro volte, alla prima a collegamenti televisivi non ancora iniziati. Scattava per riprendere Elisa, scattava per riprendere Longo Borghini. Anche se nessuno lo vedeva. Scattava per quell’attesa vana a Kigali, per quelle parole come lame dopo il traguardo, per un fine settimana da dimenticare, in Francia, per tutti quei giorni da cani chiusa in una stanza d’albergo, in montagna, da sola. In ritiro. Quando ha ripreso Elisa e quando ha ripreso Longo Borghini ha iniziato a giocare, è tornata a giocare”. Eh già; un atleta fa sempre i conti con sé stesso; pensate che Pippo Ganna non pensi a come battere quel nanerottolo (detto con la massima stima, è una licenza giornalistica) belga che va come un treno contro il tempo? La Tre Valli Varesine di ieri è stata bellissima, anche perché ad ogni scatto sul Montello, breve ma arcigna salita appena fuori dal centro a Varese, Elisa era francobollata da Vollering che le si appiccicava a ruota. Quando però sull’ultima salita; i celebri ‘Ronchi di Casbeno’ è stata Vollering a scattare (eh, era ora) questa volta è stata ‘la Longo’ a prendere la ruota. Vengono in mente le sfide NBA anni 80 tra Larry Bird e Magic Johnson: “Hey Magic, show me what you got”, fammi vedere cosa sai fare; la leggenda narra che ‘Larry legend si rivolgesse così al suo rivale e da quel momento uscivano sfide clamorose belle. Stavolta non c’era attesa, erano una contro l’altra, come doveva essere a Kigali, come è stato all’europeo. Vollering ha fatto i Ronchi come una moto ma Elisa era li, non ha mai dato un segno di cedimento e non ha dato cambi, come del resto aveva fatto prima l’olandese: “Adesso vediamo cosa sai fare te, Demi”, avrà pensato Elisa. La volata poi è stata la sublimazione dei tanti allenamenti con il marito Jacopo Mosca sprintando ai cartelli durante gli allenamenti; era ‘ferma’ in volata ma ora ci sa fare di brutto: E’ partita ai 150 metri e Vollering pur rispondendo bene si è inchinata perdendo di una bicicletta: “Sabato mi ha dato uno schiaffone ma oggi gliel’ho restituito”, le sue parole. Capiamoci; la Tre Valli è una grande classica e fa palmares ma ovvio che un mondiale o anche un europeo siano una cosa differente. Non importa; Elisa aveva dentro una rabbia che ha saputo trasformare in vittoria, con quella esultanza nella quale questo sentimento si è visto eccome: vittoria per aver battuto una rivale di grande livello, vittoria per aver rispedito al mittente giornate piene di interrogativi, vittoria che ha confermato quando il lavoro sul Teide abbia pagato. In questa Tre Valli Varesine è venuta fuori tutta Elisa; la professionista ineccepibile, la fuoriclasse, la persona con i suoi dubbi e le sue domande che hanno poi avuto una risposta: ecco da dove nasce ‘l’espressione di sé stessa attraverso l’arte di pedalare’. Due chicche? Sin dalla prima edizione chi vi scrive ha la fortuna di essere lo speaker della Tre Valli femminile (divertentissimo commentare una gara così), lunedì alla punzonatura di Busto Arsizio abbiamo fatto una chiacchierata con Paolo Slongo, preparatore di Elisa. Senza entrare nei dettagli ci ha fatto capire che la gamba c’era eccome, la mattina della corsa poi, più o meno alle 7.00 dopo qualche messaggino a tema ‘la levataccia’ con Silvia Persico, simpaticissima compagna di Elisa, ci si è dati appuntamento a fine corse nel retro-podio. “Vincenti” la risposta della bergamasca. ‘Persek’ lo sapeva già. Segnali, prodromi di quella che è stata una bella giornata.