E’ in carcere dalla scorsa notte con l’accusa più terribile, di omicidio aggravato dai legami familiari nei confronti di suo figlio Nicolò, Edoardo Borghini, 63 anni. Il delitto è avvenuto alle 22 di ieri sera in una villetta di via Conciliazione a Ornavasso al culmine di una violenta lite, una delle tante, sembra, in cui il figlio assumeva comportamenti violenti nei confronti dei genitori. Ieri sera il ragazzo, un figlio problematico, ha messo le mani addosso a mamma e papà, con i quali viveva forse andando ulteriormente oltre le righe.
La dinamica esatta dell’accaduto è al vaglio dei carabinieri di Verbania e di Premosello Chiovenda, ma quello che è certo è che il padre ha imbracciato il fucile da caccia, regolarmente detenuto, e ha esploso due colpi che hanno colpito Nicolò.
Poi ha chiamato il 112. Sul posto l’intervento dell’ambulanza del 118 ma per il giovane, che lavorava con assunzione a tempo indeterminato in un’azienda ossolana, per la quale in precedenza aveva lavorato anche papà Edoardo, non c’è stato nulla da fare.
Il padre e la madre sono stati trasportati all’ospedale, dove sono state riscontrate e refertate le lesioni causate dal figlio.
Poi un lungo interrogatorio davanti alla pm Laura Carrera al termine del quale, Edoardo Borghini, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli, è stato accompagnato in carcere a Verbania. L’arresto è scattato alle 3 di notte, ma la pm ha voluto ascoltare fino all’alba anche diversi testimoni, non solo la mamma, ma anche alcuni famigliari.
Precedenti episodi di violenza non erano comunque stati denunciati.
La salma del giovane è in obitorio all’ospedale Castelli di Verbania a disposizione della Procura. Nelle prossime ore sarà disposta l’autopsia. Ancora da fissare la convalida dell’arresto.
“E’ una tragedia” si limita a commentare l’avvocato Pipicelli, che si riserva qualsiasi dichiarazione fino a dopo l’udienza con il gip.
Due colpi di fucile hanno ucciso Nicolò. Il padre accusato di omicidio volontario aggravato da legami di parentela
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