Ancora niente surroga del consigliere Fiorenzo Ridolfi. La maggioranza non è riuscita ad approvare l’ingresso in consiglio comunale del sostituto della dimissionaria Carla Gasparro. La votazione si è conclusa sei a sei, con il consigliere Gianmarco Bazzi che dopo aver lasciato il ruolo di capogruppo di maggioranza ha votato con l’opposizione.
Il motivo del voto contrario è stato spiegato dall’ex sindaco Canio Di Milia: la preoccupazione che ci sia un conflitto di interessi per Ridolfi che lavora per Enel, dopo che l’amministrazione comunale ha affidato lavori per 2,9 milioni di euro a Enel X per la manutenzione dei punti luce. “Dovrebbe esercitare il ruolo di controllo, che è proprio del consigliere, sulla società di cui è anche dipendente” ha detto Di Milia, che ha chiesto di ottenere un parere dell’Anac sulla questione.
Della stessa opinione anche Andrea Fasola Ardizzoia, che ha anche attaccato la sindaca Marcella Severino sull’annuncio della ricezione della bozza di protocollo d’intesa con Ministero e Regione per la nuova funivia: “Continuiamo a sentire annunci, ma non ci sono fatti”.
Severino ha confermato di essere convinta che non sussista alcuna incompatibilità per Ridolfi, anche perché per l’affidamento a Enel X il Comune aderì a un bando Consip. “Non permetto che si metta in dubbio la trasparenza della mia amministrazione – ha aggiunto – e mi ritengo libera di dire quello che ritengo io”.
Per quanto riguarda la questione dell’incompatibilità, il segretario comunale Giovanni Boggi aveva sottolineato in apertura che il voto della surroga è un atto dovuto e che il voto contrario è previsto solo in casi di ineleggibilità o incompatibilità. Di Milia ha ribattuto che sì la surroga è un atto dovuto, ma che un consigliere è libero di votare come crede. Boggi ha anche aggiunto che la verifica sull’incompatibilità non spetta ad Anac ma si procede secondo il Tuel.
Severino spiega di aver già interessato della questione la Prefettura e ribadisce la sua serenità sulla compatibilità del consigliere. In questa fase, comunque, il consiglio può essere convocato in caso di necessità, anche se chiaramente al momento l’amministrazione, fino alla surroga, non ha la maggioranza nell’assemblea.
Con 6 favorevoli e sei contrati, non passa la surroga di Ridolfi
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