“La ventilata ipotesi di versare nel 2026 ai Comuni confinanti con la Svizzera solo 89 milioni dei 128 milioni di ristorni ricevuti dai Cantoni a beneficio dei Comuni di frontiera, se attuata comporterebbe grosse difficoltà nel chiudere i bilanci, oltreché nell’erogare servizi alle proprie comunità”. A lanciare l’allarme il senatore di Italia Viva Enrico Borghi. Il partito, spiega il senatore, con un emendamento alla legge di bilancio firmato anche da Raffaella Paita, propone che per l’intera durata del periodo transitorio previsto dall’Accordo tra Italia e Svizzera il contributo statale in favore dei comuni italiani di frontiera sia tale da assicurare un livello di finanziamento pari ad almeno 89 milioni di euro annui, corrispondente all’importo garantito nel 2019 e comunque non inferiore a quello effettivamente versato dall’autorità cantonale nell’anno di competenza, per il 2026 pari a circa 128 milioni di euro. “I comuni di frontiera con la Svizzera – osserva Borghi – devono essere garantiti sul gettito a loro spettante, e non si può pensare di fare cassa sulle tasse dei lavoratori frontalieri. Per questo Italia Viva, che già in passato è stata la prima a sostenere la non legittimità della tassa sulla salute introdotta dal governo sui frontalieri, sosterrà questa altra battaglia a tutela dei territori e dell’autonomia fiscale”.
