Omaggio di Omar Galliani a Paolo Troubetzkoy al Museo del Paesaggio di Verbania,
in concomitanza con la grande mostra dedicata al “Principe scultore” allestita in
questi mesi al Museo d’Orsay di Parigi e nel 2026, da fine febbraio a giugno, alla
GAM di Milano.
Sarà allestita fino al 12 aprile 2026 a Palazzo Viani Dugnani la mostra site specific
Alla riscoperta di un volto. Omar Galliani per Paolo Troubetzkoy a cura di Vera
Agosti. Protagonista “la ballerina”, la scultura in gesso datata 1915 che dialoga,
danza, con la monumentale tavola di 2 metri per 2 a lei dedicata e realizzata
appositamente da Galliani per questa esposizione così come gli altri due grandi
inediti che la affiancano.
“Un omaggio su proposta di Vera Agosti con la quale ho già collaborato, per esempio
in occasione della recente monografica a Palazzo Reale a Milano” spiega Omar
Galliani che prosegue: “Questa mostra nasce da una domanda, tante mie mostre
nascono da un tempo passato per approdare ad oggi: un dettaglio che riemerge
alla mente, quando 30 anni fa acquistai in un mercatino un piccolo bronzo, la
ballerina del “Principe scultore”, anche oggi nel mio studio. Il suo passo di danza
ha ispirato i disegni che raccontano il movimento di un ballo che si mostra
attraverso la volta celeste, tra stelle e pianeti: una concentrazione di energia
cosmica che proprio nel gesto della danza ha il suo elemento centrale. Un
movimento che Troubetzkoy alimenta nella postura dei suoi soggetti ma anche nel
modo in cui plasma la materia, in un tempo anche veloce, proprio come un plié,
come un relevé, come una pirouette. Un’opera inedita nata per la mostra, quella
della ballerina cosmica, così come la coroncina della danzatrice e le scarpette, a volte
plasmate da Troubetzkoy, altre volte no, quando lo scultore preferisce lasciare il
piede nudo. Anche questi accessori danzano, lievitano da terra immersi in un cielo
stellato”.
Omar Galliani è un maestro del disegno riconosciuto a livello internazionale che,
partendo dalla grande tradizione rinascimentale italiana, ha saputo nobilitare l’arte
grafica, rendendola contemporanea. Il suo è un disegno assoluto, che va al di là dei
contorni della tavola o del foglio di carta. Così quelli che un tempo erano disegni
preparatori diventano opere d’arte a sé stanti.
La sua ispirazione muove non solo dalla storia dell’arte ma anche dal mondo della
moda, del cinema, della musica e dai viaggi in Oriente e in Occidente. Il suo universo
figurativo nasconde sempre più o meno velatamente accenni concettuali. Fin da
ragazzo le opere dell’artista conoscono piccole incursioni nell’ambito scultoreo.
La curatrice Vera Agosti spiega il titolo Alla riscoperta di un volto: “Spesso
nell’opera di Galliani il volto è ricercato, inseguito, anelato ma resta solo evocato e
suggerito liricamente. Non troverete una descrizione didascalica del viso di questa
celebre ballerina di Troubetzkoy ma un’immagine del volto delle danzatrici di tutto
il mondo e di tutte le donne. Questa ballerina cosmica, calata nel nero della notte
astrale, contiene l’universo”.
La mostra proposta a Palazzo Viani Dugnani è permeata dagli elementi della poetica
di Omar Galliani: la donna, la bellezza, il volto femminile, l’ eleganza, la leggerezza e
ancora le stelle, la notte, il cosmo, la pioggia di fiori, l’angelo, il mantra e il
riferimento all’Oriente.
“Il lavoro dell’artista dialoga con la notte stellata e infinita per cercare quel legame
profondo tra l’uomo e l’universo – prosegue Agosti -. Come lo scultore lavora i suoi
modelli con piccoli tocchi energici che, nel bronzo, catturano e fanno vibrare la luce
sulla superficie del metallo, così i disegni di Omar Galliani scintillano nel nero
brillante e cangiante della grafite, che è il materiale prediletto dall’artista, quel
carbonio di cui siamo fatti noi stessi e le stelle”.
Dopo la sala della ballerina l’esposizione prosegue con il mantra inedito, composto
da due sezioni: un grande e struggente volto di donna, con il bindi rosso sulla fronte,
simbolo dell’Oriente; nella sacralità della foglia d’oro incisa, affiorano poi il viso e
l’ala distesa di un angelo, aggraziata come un passo di danza.
Quindi una raffinatissima selezione di disegni, dove tornano i dettagli della vita e
della morte, la realtà e l’immaginazione: fiori, scarpe, anelli, teschi. E ancora
splendidi volti con l’aureola. Sono i “Nuovi Santi”, uomini e donne dei nostri giorni, i
cui volti sono enigmi di estrema carica emotiva. Tutti siamo santi e divini, destinati
all’eternità.
Apparati video poetici e informativi accompagnano la mostra, per suggerire l’incanto
della danza e per l’approfondimento.
“In parallelo con il grande evento di Parigi, anche il Museo del Paesaggio vuole
proporre un tributo a Troubetzkoy, puntando i riflettori su una delle sue opere più
note e amate – spiega la direttrice artistica del Museo del Paesaggio Federica
Rabai-. Ancora una volta l’arte contemporanea entra in Museo e racconta con uno
sguardo nuovo e discreto le collezioni storiche di Palazzo Viani Dugnani regalando al
pubblico suggestioni sempre nuove ed affascinanti”.
La mostra è realizzata con il contributo della Direzione generale Biblioteche e
Istituti Culturali, della Città di Verbania e di Fondazione Comunitaria del Vco, con il
patrocinio di Distretto Turistico dei Laghi.
Alla riscoperta di un volto. Omar Galliani per Paolo Troubetzkoy è l’occasione per
conoscere il nuovo allestimento delle sale dedicate allo scultore. Una quarantina di
opere sono attualmente in prestito al Museo d’Orsay di Parigi, la sezione di
Troubetzkoy propone oggi una serie di sculture custodite nei depositi e raramente
esposte al pubblico, a partire da quelle legate agli anni americani con indiani, cow
boys e star di Hollywood, e dalla grande scultura raffigurante Jean Bugatti alla guida
della sua auto.
