Prima udienza questa mattina in Corte d’assise a Novara per l’omicidio di Nicolò Borghini, 34 anni, avvenuto il 19 gennaio scorso nella casa di Ornavasso. Sul banco dell’imputato il padre Edoardo, di 64 anni, accusato di omicidio di discendente, difeso dall’avvocato Gabriele Pipicelli.
Borghi uccise il figlio con due colpi di fucile da caccia, al culmine di una violenta lite. Nicolò era ubriaco, come accertato con l’autopsia, e aveva aggredito il padre e la madre.
Il padre si trova ai domiciliari a casa di un fratello e non ha più visto la donna da quella notte. Si sono incontrati oggi nuovamente per la prima volta, in aula. Tra i due un commovente abbraccio al termine dell’udienza.
L’avvocato Pipicelli ha presentato richiesta di ammissione al programma di giustizia riparativa, che può configurare il riconoscimento di una attenuante. La corte ha accolto la richiesta e Borghini potrà accedervi dopo la fase istruttoria del procedimento nella quale verranno ascoltati, oltre alla moglie e alla sorella di lei presenti in casa al momento dell’omicidio, anche altri parenti e familiari, vicini di casa, il datore di lavoro della vittima e gli operatori intervenuti sulla scena del delitto.
La moglie di Borghini, madre della vittima, assistita dall’avvocata Maria Grazia Medali, si è detta favorevole alla giustizia riparativa. Ha deciso di non costituirsi parte civile al processo, non solo perché già risarcita (il marito le ha intestato la casa), ma perché, spiega l’avvocata Medali, “quello che ha vissuto è un dramma tale che nulla le riporterà il figlio”.
Parteciperà quindi al processo come parte offesa e si sottoporrà all’interrogatorio del Pm.
La mamma di Nicolò Borghini non si costituisce parte civile al processo: “Nessuno potrà ridarle il figlio”
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