È scattata nelle prime ore di oggi nella provincia di Napoli un’operazione contro le truffe agli anziani dei Carabinieri del Comando Provinciale di Verbania, con personale dei comandi dell’Arma competenti sul territorio. Sono state eseguite sei misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Verbania, di cui due in carcere, due agli arresti domiciliari e due all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili a vario titolo di reiterate truffe aggravate ai danni di persone anziane.
L’indagine è partita da vari episodi di truffa aggravata, avvenuti nei mesi scorsi nei confronti di anziani di Domodossola: in tutto sono 23 gli episodi documentati con la tecnica del falso carabiniere o avvocato.
Il lavoro dei militari è proseguito fino a marzo di quest’anno e ha permesso di ricostruire l’intera articolazione della compagine criminale, stabilmente suddivisa nei ruoli di telefonisti, operanti nella città di Napoli, con il compito di contattare il più ampio numero possibile di persone anziane, al fine di comprendere la quantità di denaro e oro che le vittime potevano mettere subito a disposizione; batterie di falsi “assistenti” pronti, di lì a breve, a raggiungere la vittima a casa sua per ritirare il denaro e i monili d’oro.
Sono state arrestate in flagranza di reato, 2 persone immediatamente dopo che avevano consumato una truffa rispettivamente a Latina e Modena, ed è stata recuperata la somma di 2000 euro in contanti e circa mezzo chilo d’oro in monili vari.
I 6 destinatari del provvedimento cautelare sono stati rintracciati tutti in provincia di Napoli, 2 nel
capoluogo, uno a Caivano, uno ad Aversa e due a Grumo Nevano. Di questi i due residenti nel
capoluogo erano i principali elementi del gruppo, ovvero i telefonisti, che quotidianamente
contattavano le potenziali vittime, mentre gli altri componenti del gruppo costituivano le batterie
operative sul territorio, spostandosi in tutta Italia guidati dai telefonisti, entrando in azione nelle
abitazioni delle vittime una volta cadute nella truffa. Il soggetto rintracciato ad Aversa, un 44enne,
costituiva l’anello debole del gruppo, anche per la sua condizione di tossicodipendente. Lo stesso
infatti si prestava ad effettuare le lunghe trasferte con la promessa oltre che di un compenso in denaro, anche dello stupefacente. Ma i suoi sodali, temendo che potesse intascare qualcosa per sé, gli imponevano di effettuare una videochiamata per riprendere tutto quello che veniva preso, al
fine di verificarne la corrispondenza una volta rientrato a Napoli e consegnato loro.
Perquisita anche l’abitazione dei tefonisti, dove una stanza era stata adibita a call-center. In
quell’occasione uno dei due telefonisti era riuscito a scappare calandosi da una finestra e dileguandosi per i vicoli del quartiere, ma i militari erano riusciti comunque ad identificarlo grazie alla chiave della sua auto lasciata in casa e una volta individuata l’auto in strada si era risaliti al proprietario. Lo stesso, in sede di interrogatorio preventivo con il GIP di Verbania, mimando una evidente balbuzie ha negato di essere uno dei telefonisti, ma l’eloquio fluente e privo di inflessioni delle numerose telefonate intercettate lo hanno smentito.
I 23 episodi documentati, dei quali la maggior parte al nord Italia (complessivamente: 7 in Piemonte, 4 in Lombardia, 3 in Veneto, 2 in Liguria, 1 in Valle d’Aosta ed 1 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio, 2 in Puglia ed 1 in Calabria), avvenuti tutti a cavallo dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2024, hanno messo in evidenza l’estrema mobilità delle batterie operative, in grado muoversi senza sosta da un giorno all’altro da nord a sud, ad esempio, da Aosta alla provincia di Foggia, per poi tornare in Liguria ed il giorno dopo ancora nel foggiano.
Truffe anziani, sei ordinanze di custodia cautelare eseguite dai Carabinieri di Verbania a Napoli e provincia
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