Ha inevitabilmente fatto rumore e provocato diverse reazioni l’articolo apparso su La Stampa, nelle pagine nazionali, sul futuro pieno di nubi per l’ospedale di Verbania, senza medici ed infermieri.” Un ulteriore grido di allarme, se mai ce ne fosse stato bisogno- attacca il sindaco di Baveno Alessandro Monti- che certifica una situazione che, negli ultimi anni, ha visto un progressivo e preoccupante abbassamento dei livelli minimi delle prestazioni sanitarie. Il servizio è ormai inefficace, con tempi “biblici” per le visite, carenza di personale sanitario non attratto dalla situazione attuale, buchi nel bilancio dell’ASL, mancanza di medici di base, dirigenti ASL che lasciano il loro incarico e una medicina territoriale allo sbando. Una situazione che non risponde minimamente alle esigenze di chi ha bisogno di cure e assistenza” Monti chiama in causa la Regione, senza giri di parole. ” La mancanza di personale avrebbe dovuto spingere la Regione ad agire con proposte concrete, ma ciò non è accaduto. Inoltre, la decisione della Regione di mantenere due presidi ospedalieri, anziché creare un unico polo baricentrico, alimenta la sfiducia tra i medici, che non considerano questa scelta utile o attrattiva per la loro professionalità. Ricordo che il documento presentato prevede non due veri ospedali con tutti i servizi, ma una sorta di “spezzatino” ospedaliero, con reparti divisi tra più sedi. Una scelta che rischia di disperdere risorse per riqualificare due strutture, che forse verranno ristrutturate (la Regione ha indicato un periodo di ben 10 anni solo per l’ospedale di Verbania!), ma che rimarranno senza servizi presidiati dal personale necessario. Capisco che ai cittadini possa sembrare preferibile avere l’ospedale “sotto casa”, ma questa visione ha già dimostrato, nel corso degli anni, di portare a un abbassamento della qualità della sanità locale. Personalmente, ritengo che la creazione di un nuovo e unico Ospedale sia una scelta irrinunciabile, da affiancare a un forte investimento sulla sanità territoriale, attraverso le case della salute. Questa scelta è sostenuta dalla maggior parte del personale sanitario che lavora nell’ASL, dall’Ordine dei medici di base e da gran parte degli amministratori. Se ne tegna conto, prima che sia troppo tardi e gli scenari foschi dipinti divengano una triste realtà-conclude Monti”.
<iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/IjDxY7GQxcc?si=eJ3lSSVDQCptKaLZ” title=”YouTube video player” frameborder=”0″ allow=”accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share” referrerpolicy=”strict-origin-when-cross-origin” allowfullscreen></iframe>