Il convegno dedicato ai Sacri Monti patrimonio Unesco, svoltosi a Domodossola nell’ambito delle manifestazioni del Centenario dell’Esposizione Italo Svizzera, è stata l’occasione per lanciare un appello e una proposta. Nei loro interventi, l’attuale Commissaria dell’Ente di Gestione Francesca Giordano e il responsabile della gestione del settore ambientale e forestale, hanno evidenziato la carenza di risorse messe a disposizione dalla Regione Piemonte per la gestione e manutenzione dei 7 Sacri Monti piemontesi. Dopo aver ricordato che l’insieme dei Sacri Monti piemontesi è costituito da 150 cappelle, centinaia di statue e affreschi, Francesca Giordano ha sottolineato come per la gestione di 6 Sacri Monti sparsi in 6 province (il settimo, quello di Oropa ha un finanziamento proprio) l’Ente di gestione possa contare su 350 mila euro e 38 dipendenti, numeri assolutamente inadeguati per svolgere i compiti che la legge regionale affida all’Ente di Gestione. Il responsabile della gestione del complesso patrimonio paesaggistico e forestale in particolare ha rivelato che per garantire la manutenzione ordinaria di questo patrimonio naturale occorrerebbero 150 mila euro annui, a fronte degli attuali 15 mila euro disponibili. Il Sottosegretario alla presidenza della Regione Piemonte Alberto Preioni, presente in sala, si è detto disponibile a farsi portavoce delle richieste dell’Ente di Gestione presso la Regione. Nel corso del convegno, poi, il moderatore Maurizio De Paoli , che è anche il rappresentante del Comune di Domodossola in seno al Consiglio dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti, ha lanciato la proposta di verificare se sia possibile, da parte italiana, sostenere presso la Confederazione Elvetica, la richiesta dei due Sacri Monti ticinesi di Brissago e della Madonna del Sasso di Orselina, di entrare a far parte del Sito Unesco dei Sacri Monti piemontesi e lombardi. a richiesta era stata sostenuta già nel 2015 dal Gran Consiglio del Canton Ticino, ma Berna aveva preferito appoggiare la candidatura delle antiche faggete della Valle di Lodano, diventate così il 13° sito Unesco elvetico. In Ticino, però, non si sono arresi e nel 2023 una task force ticinese, coadiuvata dalla Pro Restauro della Madonna del Sasso e dal suo presidente Stefano Gilardi, con il Delegato alle Relazioni Esterne del Cantone, Francesco Quattrini, ha sottoposto la richiesta dei due Sacri Monti ticinesi alla nuova direttrice dell’Ufficio federale della Cultura, chiedendo alla Confederazione di inserirli nell’elenco che entro il 2027 dovrà essere sottoposto all’approvazione del Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Tra l’altro, i sostenitori delle due candidature ticinesi, hanno proprio voluto ricordare che “i due sacri monti mariani locarnesi sono legati da un filo storico e religioso con quelli piemontesi e lombardi che già dal 2003 possono fregiarsi del riconoscimento Unesco. Si tratterebbe, insomma, di chiudere il cerchio dei luoghi di culto presenti e collegati sull’arco alpino e prealpino”. Anche in questo caso, il Sottosegretario Preioni, che ha in Regione la delega per i rapporti con la Svizzera, si è impegnato a verificare la possibilità di un sostegno regionale alla richiesta dei due Sacri Monti ticinesi. Il convegno è stata anche l’occasione per la prima uscita ufficiale in città del nuovo rettore del Sacro Monte Calvario domese, don Davide Busoni, 35 anni, originario di Bognanco.
Sacri Monti, servono più risorse
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