Resta in carcere il 52enne arrestato a Stresa per sequestro di persona e maltrattamenti sulla figlia

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Resta in carcere l’uomo di 52 anni originario del Bangladesh e residente a Stresa arrestato dai Carabinieri di Stresa per sequestro di persona e maltrattamenti nei confronti della figlia ventenne. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha confermato la misura della custodia in carcere per il rischio di reiterazione del reato.

Al momento non ha parlato, anche per la non conoscenza della lingua, le sue avvocate Elisa Indriolo e Melania Ruberto hanno preferito aspettare di parlare con lui per permettergli di raccontare la sua versione dei fatti.

«Ci adopereremo perché siamo convinte che la custodia cautelare in carcere debba essere l’estrema ratio – commentano le legali -. Quest’uomo ha un’attività che deve comunque mandare avanti e due figli piccoli da mantenere, anche se al momento sono stati affidati ai servizi sociali.»

L’arresto dei carabinieri della Stazione di Stresa è scattato nel pomeriggio di lunedì, quando il fidanzato della ragazza, anche lui bengalese, residente a Milano, di 24 anni, ha contattato i militari preoccupato perché non riusciva a mettersi in comunicazione con lei. Il luogotenente James Lui, comandante della Stazione, è andato a casa dell’uomo e ha chiesto della figlia. Il padre ha risposto che la ragazza si trovava in Bangladesh, ma poi i militari hanno sentito dei colpi provenire da una porta chiusa. Era la ragazza che chiedeva aiuto. Hanno fatto aprire e liberato la giovane, che da cinque giorni non poteva uscire. Il padre la picchiava, ha raccontato, e non le dava cibo perché non approvava la relazione con il fidanzato. Sembra infatti che l’avesse già destinata come moglie di un uomo del loro Paese d’origine. Ora si trova in una comunità protetta.

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